Il mese passato era stata fissata una dead line per stabilire quale sarebbe stato il round finale dell’ERC, data puntualmente disattesa da un promotore sempre più in alto mare, ai quali però va dato atto di essere riusciti a solleticare non una gara ma l’intera Germania e le sue velleità iridate.
Tutte le Euro candidature sono affondate inesorabilmente una dietro l’altra, ultima della lista il Rally Cluj in Romania, ovvero l’ex Transilvania. A farle affondare sono state le richieste decisamente onerose del promotore, che a questo punto sollevano più di un punto interrogativo sulla stagione 2023. In questi giorni è anche cominciata a rimbalzare l’ipotesi che nel caso il campionato si chiudesse al Barum, sull’ottavo round potrebbe arrivare un colpo di spugna, ma per il momento la ricerca continua ed al vaglio ci sono Spagna e Germania. La prima più che un ipotesi probabilmente è uno spostamento di interessi del promotore, verso una nazione rallysticamente importante, ma tra i tanti ami buttati nel mare forse c’è ne uno che ha visto abboccare il 3-Stadte-Rallye e potrebbe essere quello buono. In Germania come in Gran Bretagna da un paio di anni stanno sgomitando per cercare di ritrovare il loro slot nel WRC, ma senza nulla di concreto alle spalle: una gara oppure un territorio disposti ad andare oltre le parole, almeno pe un edizione zero. Nel caso del 3-Stadte tradotto 3 città, il passo per fare diventare la gara di Waldkirchen delle 3 nazioni sarebbe decisamente cosa facile. Se a Monaco riusciranno a convincere l’ADAC locale e nazionale che questa può essere la strada per arrivare nel mondiale, dopo un paio di edizioni nella serie continentale. Geograficamente la collocazione della gara è perfetta con la sede di Waldkirchen a venti venticinque chilometri dalla frontiera con la repubblica Ceca, con l’Austria qualche chilometro più in là, ma dove abitualmente il 3-Stadte manda in scena alcune delle sue speciali sulle strade Austriache. Anche se i trascorsi della classica bavarese non sono così nobili come altre gare, alle sue spalle ci sono quasi sessanta anni di storia, che potrebbero ridare fiato a quella parte dell’ADAC che vorrebbe riportare il mondiale in Germania.