E’ passato un pò meno di un anno dall’edizione 2017, ma anche quest’anno la gara capitolina si presenta con un parterre ERC in prima linea, mentre quello solo CIR confinato dietro a tutto l’Euro carrozzone.
L’elenco iscritti 2017 aveva proposto un elenco Iscritti ERC davanti a tutti e quelli CIR dietro come in una gara di serie B. Per cercare di metterci una pezza almeno sportivamente si era impostato il tutto come se si fosse di fronte a due gare differenti, evitando tassativamente ogni incrocio di classifiche. Quest’anno però alcuni top driver del CIR iscrivendosi alla gara Europea, hanno evitato la gogna mediatica di Eurosport, ma sopratutto potranno giocarsi la loro posizione di partenza tra i primi con la speciale di qualifica. Così Scandola, Campedelli, e Pollara (tra gli iscritti c’è anche il nome del convalescente Andreucci), oltre ad approfittare della visibilità di Eurosport partiranno tra i primi, integrati in una classifica Europea sempre più vicina ad una vera generale. Peccato che tra chi ha optato per la sola soluzione CIR ci siano piloti di un certo peso, alcuni anche da podio assoluto vedi Crugnola. A questo punto entra quindi in gioco non solo l’aspetto legato alla promozione ma anche quello squisitamente sportivo, dalle differenze meteo che si possono incontrare sulla strada (visto che la differenza tra gli orari di partenza tra Euro CIR ed i solo CIR), allo spinoso e sempre presente problema dei tempi imposti. Se da una parte questo sistema consolidato sia nel WRC che nell’ERC può sembrare penalizzante nei confronti delle serie nazionali, sia pure criticabile ha dato risultati straordinari a livello qualitativo ma sopratutto quantitativo, una ventina di vetture R5 e una quindicina abbondante tra ERC2 e sopratutto ERC3. Numeri che l’Europeo non spostava nemmeno nei tempi in cui non c’era ancora il mondiale rally. Per cui è difficile contestare le scelte dei promoter. Visti i risultati. A questo punto la palla deve obbligatoriamente passare alla federazione, o ci si accontenta di andare in coda con classifica a parte, oppure in un ottica promozionale si fa fronte con l’organizzatore del caso per mettere i suoi iscritti in grado di mettersi in mostra a livello internazionale. Un investimento promozionale, simile a quelli fatti sui programmi dei giovani, oppure per mantenere gare di grande portata internazionale in Italia (Gp e WRC). Purtroppo siamo al secondo anno di Roma ERC e da questo punto di vista nulla si è mosso. Un peccato perché in un panorama rallystico dove chi ha il WRC, ha rinunciato all’Europeo, l’Italia ha un organizzatore che senza budget federali ha riportato a casa l’ERC, ed in un ottica di ulteriore promozione del CIR sarebbe debito un impegno ad inserire questo nella fascia di maggiore visibilità.