Il calendario WRC 2019 che sembrava oramai fatto a fine agosto, con l’ingresso di Cile e Giappone, ha proposto una gestazione più complicata del previsto ed alla fine il promoter ed i suoi amici di merende hanno dovuto tornare sui loro passi e mediare con Fia e Costruttori.
A volte avere santi in paradiso può servire ma solo sino ad un certo punto, anche perché la storia proposta da metà agosto in avanti era chiara con un Giappone che sarebbe andato a scalzare Corsica oppure Germania, perché restare nell’ambito delle 14 gare. La cosa a qualcuno non è piaciuta molto, perché tra chi usciva e chi entrava la differenza di budget era decisamente importante, ed è abbastanza evidente che la cordata promoter, Puppala, Toyota, Japan avrebbe avuto probabili vantaggi economici a dispetto degli altri. Oltre che avere fatto i conti con due gare che non nuotano nell’oro e forse hanno espresso qualche dubbio sulla permanenza, ma che come per quella Italiana hanno federazioni pesanti in grado di dire la loro e smuovere la FIA, organo che qualcuno si era dimenticato di quanto conti, tratto in inganno da alcuni mancati interventi della Federazione lasciando carta bianca al promoter, vedasi l’ordine di partenza. Così quando Tour e Deutschland senza fare troppo rumore si sono mossi tramite i canali tradizionali per fare sapere che non erano stracci alla merce degli interessi del promoter, la musica è cambiata. Qualcuno ha provato a forzare la mano per mettere 15 gare ma a quel punto è arrivato il secco no di Hyundai, Citroen e Wilson, un no che era comunque latente già prima visto che la trasferta Giapponese avrebbe un peso economico ben differente da una prova Europea. Se la candidatura Neo Zelandese è saltata per le richieste (logistiche) impossibili del promoter per se e per i costruttori, qualcuno ha richiamato il clan che ruota attorno al promoter facendo capire che quanto messo sul tavolo bastava solo per qualcuno. Non dimentichiamoci che il caso Turchia, entrata nel WRC di slancio e senza ostacoli, oltre agli appoggi politici, logisticamente si è presa un fardello carico enorme, che forse nessuna gara oggi riuscirebbe a fare. Potere che tutto sommato visti i personaggi politici coinvolti solo il Safari può ripetere. Caso differente per il Cile sistemato geograficamente e come date in maniera da non creare un carico addizionale logistico più pesante di una trasferta Europea. Giochino che risulta impossibile da fare tra Australia e Giappone. In questi giorni post consiglio FIA dall’impero del sol levante si è tentato di rilanciare già per il 2020, ma è davvero difficile immaginare possa cambiare qualcosa, perché certi budget non si inventano, ed i prospetti odierni sono troppo lontani da quanto servirebbe.
CALENDARIO WRC 2019
27/01/19 Rally di Monte-Carlo
17/02/19 Rally di Svezia
10/03/19 Rally del Messico
31/03/19 Tour de Corse
28/04/19 Rally d’Argentina
12/05/19 Rally del Cile
02/06/19 Rally del Portogallo
16/06/19 Rally Italia Sardegna
04/08/19 Rally di Finlandia
25/08/19 Rally di Germania
15/09/19 Rally di Turchia
06/10/19 Rally di Gran Bretagna
27/10/19 Rally di Spagna-Catalogna
17/11/19 Rally d’Australia