Il Tour de Corse dopo la lunga permanenza a cavallo tra le vallate della costa ovest di Ajaccio e quelle centrali di Corte, nella sua versione incentrata su Bastia continua nella sua ricerca di nuovi percorsi, rispolverando strade storiche che però hanno dato una bella impennata alle medie.
Il Tour 2019 ha dato una svolta significativa al suo percorso con le speciali sulle montagne della regione di Porto Vecchio della prima tappa, ed alle due finali nella regione di Corte. Tutte speciali che tra tagli cuciture e ritagli sono state percorse quasi tutte nella lunga storia del Tour de Corse. Ma in particolare su quelle della boucle di Porto Vecchio, l’impennata delle medie è risultata più decisa rispetto alle previsioni; le performance delle vetture odierne hanno inciso, ma a fare buona parte della differenza sono state strade con dei fondi rifatti e con scoli in cemento laterali, lontane da molte strade isolane (come quelle del dito) dove l’acqua che cola dissesta l’asfalto delle banchine. Mentre nella frazione finale si è ritornati su strade, dove le porzioni scelte erano decisamente veloci, tanto da fare schizzare le medie intorno ai 120 Km/h. Un cambiamento che in alcuni casi è stato preso sottogamba, soprattutto nella fase di preparazione della gara; guarda caso proprio quella dove per le squadre risulta più facile operare dei tagli, ovvero i test pre gara. Questa volta ad avere sbagliato completamente il colpo è stata la Citroen, quella che paradossalmente vanta maggiore esperienza al Tour de Corse. In Corsica Citroen tra passato (l’epoca prima della parentesi Alsaziana) e presente è forse la squadra ad avere nel suo data base il maggiore numero di basi, strade che però sono legate ad un Tour dove il volante girava molto di più di adesso. Fattore che alla luce della riduzione dei test, che da quest’anno a Versaille hanno deciso di limitare (vedi Sardegna e Portogallo preparate con una sola sessione sulla terra Lusitana) li ha indirizzati su scelte che in gara si sono rivelate errate ed irrimediabili. La lotta alla riduzione dei costi ha introdotto un contingentamento su molti particolari, annullando i ponti aerei di lontana memoria dove dalle factory arrivavano cambi, ammortizzatori ecc.; così quando in Citroen hanno cominciato a correggere la vettura non sono mai riusciti ad annullare completamente quel live sottosterzo che gli impediva di tenere delle linee perfette. Abbastanza per causare lo sprofondo di Lappi, ed impedire ad Ogier di battere dei tempi degni di nota. Una gara che il lupo di Gap ha salvato tirando fuori le unghie in particolare sulle speciali più lunghe, uno sforzo che però gli ha solo permesso di restare a galla, la seconda piazza è arrivata solamente per forature e scivoloni altrui. Se il caso Citroen fa molta specie perché la C3 ha fatto un passo indietro rispetto all’anno passato, ma anche la Hyundai i20 pur migliorando rispetto al 2018 un po’ di sottosterzo ha continuato a denunciarlo, ed a pagarlo di più è stato Loeb che meno conosceva la vettura.