Lo Shakedown Turco propone uno sterrato molto duro con tratti di pura pietra e la fanno da padroni tattica e prudenza con i big che si limitano tutti ai soli tre passaggi da contratto mentre le R5 limitano i loro passaggi ad uno o al massimo due.
Generalmente i vari organizzatori del mondiale in fatto di shakedown raramente vanno a cercare porzioni di speciali veramente significative, nella scelta a fare la parte del leone generalmente è una buona logistica non troppo distante dal service. I quattro chilometri e settecento metri del Turchia erano invece lo specchio delle speciali più dure, con un terreno smosso e ricco di pietre, rocce e quant’altro possa rendere un fondo devastante per le meccaniche delle vetture in gara. Tanto da indurre tutti concorrenti a non forzare il ritmo più del necessario, oltre a limitare i passaggi al minimo sindacale dei tre richiesti alle vetture ingaggiate dalle case. Mentre tra le WRC2 e le WRC2 Pro la maggioranza si sono limitati ad un solo passaggio, per confermare che la vettura fosse OK e non stressare assolutamente meccaniche meno robuste come quelle delle R5. Tra questi appena sei hanno osato un secondo giro, ed anche chi era in debito di chilometri non ha osato di più. A battere lo scratch con un secondo bello tondo di vantaggio è stato Meeke, il Britannico che l’anno passato non era presente a Marmaris si è limitato a tenere un passo normale, che su queste speciali è però prossimo alle soglie di rottura. Alle sue spalle troviamo un gruppetto con Mikkelsen, Neuville, Tanak e Suninen racchiusi in un fazzoletto di un secondo e qualche decimo; decisamente più prudenti gli altri che si sono limitati a tenere un andatura da crociera.