Al rally delle Marche ovvero la terra in versione Raceday, ritorna a proporre numeri importanti facendo segnare un’inversione di tendenza che fa ben sperare per la serie sprint della terra, grande qualità ma anche tanta quantità e finalmente molti volti nuovi.
La terra in queste ultime stagioni ha conosciuto un lento declino, più accentuato nel CIRT, ma sia pure in maniera più attenuata anche nelle meno impegnative ronde che costituiscono l’ossatura del Raceday. Poche eccezioni spesso legate al calendario, oppure a gare eventi come il Prealpi Master Show, la creatura ideata dal grande Griso. Un trend preoccupante soprattutto per l’incapacità di dare delle risposte da parte di chi tiene le redini del gioco, ma il Marche questa volta porta una ventata di aria nuova con una netta inversione di tendenza che riporta il numero delle vetture iscritte a sfondare quota cento. Numero che non era più stato raggiunto dal 2011, un risultato che va ben oltre l’inversione di tendenza perché con centoundici iscritti, ai quali vanno a sommarsi dodici vetture storiche la gara organizzata dalla PRS stabilisce il suo nuovo record di iscritti. Se a dare lustro alla gara in cima alla entry list troviamo Basso e Rossetti, venuti a fare un’po’ di palestra in vista del Tuscan, non sono certo da meno Travaglia, Bettega e molti dei protagonisti delle gare sulle strade bianche di casa Italia. Ma soprattutto nella carica dei cento ci sono molti nomi nuovi, tra i quali parecchi giovani che hanno deciso di avvicinarsi alla terra e in molti lo hanno fatto con vetture della generazione precedente ai gruppi R. Vedere gente nuova che si approccia alla terra è un onda che non bisogna assolutamente perdere, dopo che per anni il ricambio vero non c’è mai stato molti figli di.. e tanti ritorni di ex frequentatori della terra. Nessuna novità o rivoluzione ma tanti piccoli dettagli rivisti che hanno dato una spinta più che significativa. Alcuni di questi controtendenza rispetto alle ricette invocate da molti appassionati, innanzi tutto il fatto di partecipare a un campionato con gare a chilometraggio ridotto, quest’anno con sole quattro gare anziché cinque, dimostra che per fare numeri la leva vincente sono i costi ridotti. Le ventiquattro R5 al via, il doppio rispetto all’anno passato, sono anche frutto dell’uscita di scena delle WRC. Raddoppiano anche i numeri delle vecchie gruppo N4, un risultato che da ragione a chi le aveva proposte nel CIRT, dove però sono arrivate poche, per colpa di un trofeo dedicato tanto sbandierato ma concretizzato all’ultimo minuto.