Nella riunione ACI Sport di ieri per definire le validità dei calendari nazionali 2020 si registra il passaggio di testimone tra il Friuli che ritorna nel campionato CI WRC mentre ritorna a fare parte del CIR il rally 1000 Miglia, dando così il via alla rotazione invocata in estate dal presidente Sticchi.
Il campionato Italiano rally 2020 prende forma e nella riunione di inizio novembre tante sono le conferme di una struttura che non cambia, se non per una staffetta annunciata nel principio di quell’alternanza che il presidente aveva invocato qualche mesetto addietro. Una staffetta che dopo la riunione di Como sembrava vacillare a favore di un calendario di sette gare, con la sola uscita del Friuli. La gara Udinese ritorna così nel campionato cadetta, ma alla fine a spuntarla sono le spinte per mantenere un CIR con otto gare, ed a fare il suo ritorno nella massima serie tricolore è il rally 1000 Miglia. Inamovibile resta la presenza della Sardegna, probabilmente con la formula di quest’anno ovvero gara doppia, ma comunque qualcosa potrebbe essere rivisto sui coefficienti uno dei tanti elementi di malcontenti e mugugni. Confermata la presenza del Tuscan come seconda prova su terra, anche se in questo caso probabilmente la sua presenza sarà subordinata al rapporto ispettivo di quest’anno. Questione più di forma che di sostanza. Le altre prove su asfalto saranno il Ciocco, Sanremo, Roma capitale, Due Valli e Targa Florio; probabile un cambio data che potrebbe vedere lo spostamento del Sanremo in autunno. Confermato il Rally Trofeo ACI Como come Finale nazionale della Rally Cup Italia 2020 e superfinale WRC Italia, un ruolo quella dell’appuntamento Comasco che a quanto pare ha soddisfatto Federazione e organizzatori.