Che a Karlstad non potessero stare ancora la finestra senza dare una risposta era palese, come era scontato il semaforo verde, ma con un taglio drastico i chilometri cronometrati sono stati ridotti a 180, ed il rischio di mettere in pista il piano B, che ora si potrebbe chiamare D (di disperazione) è molto elevato.
Al quesito lascia o raddoppia in Svezia si sono inventati la terza via quella di dimezzare, almeno per ora, il percorso dando così il via libera a squadre e tutti gli addetti ai lavori ad una gara che si deve fare. E’ chiaro che quello che ieri sera abbiamo battezzato come piano B, ovvero limitarsi ad un solo passaggio il venerdì, ed a un solo passaggio domenicale sulla Likenas avrebbe fatto storcere il naso a tutti. Di sicuro non poteva bastare per giustificare un semaforo verde, così il sabato si è deciso di ridisegnare la gara (se così si può dire) tirando un colpo di spugna su tutte le prove e tentare di mandare in replica la buocle della prima giornata. Un tentativo disperato, quanto improbabile perché è chiaro che l’unica speranza per tirare via la frazione è che le temperature notturne bastino a ghiacciare almeno superficialmente un fondo che però rischia di essere ridotto ad una poltiglia fangosa. Le previsioni continuano a danzare tra lo zero ed i meno pochi, ed a questo punto è davvero difficile immaginare che il fondo riesca a consolidarsi in maniera adeguata in una sola settimana. Abbastanza per evitare che un solo passaggio generi una fangaia, che per gelare ha bisogno di freddo vero e non una notte a meno quattro o cinque (nei migliori dei casi). Così il rischio di vedere tagliare l’intera tappa del sabato è un rischio più che mai reale, come quello di rinunciare al doppio passaggio sulla Likenas e dare al primo il titolo di power stage. Il primo atto di quest’opera buffa è stato così scritto nero su bianco, ora si possono aprire le scommesse su ulteriori tagli che potrebbero andare in scena prima o durante la gara. Da parte nostra restiamo con le dita incrociate perché il meteo riesca a metterci, una gara on ice come la Svezia è un patrimonio universale dei rally, ma forse sarebbe ora qualcuno cominciasse a guardare oltre ai meri interessi economici, quantomeno nel cercarne di nuovi altrove altrimenti..