IL PORTOGALLO SI ARRENDE

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Proprio nell’articolo di ieri sulla Sardegna avevamo sottolineato il fatto che dopo la richiesta immediata di una nuova data contestuale alla richiesta di rinvio a data da destinarsi, dal Portogallo era calato il silenzio assoluto, ed oggi hanno ufficializzato la cancellazione, prima gare del WRC a gettare la spugna.  

Sino ad oggi gli effetti del Covid-19 sul mondiale rally avevano solamente causato dei rinvii a data da destinarsi, destino condiviso da Argentina, Portogallo e Sardegna. Ma se le chance di recupero dell’Argentina sono assai remote, viste le problematiche che propone il recupero di una trasferta extra continentale soprattutto in questo problema di pandemia. Il destino del rally del Portogallo era sembrato in bilico sin dalla seconda metà di marzo, nell’imminenza della comunicazione del rinvio le voci su una probabile cancellazione erano cominciate a rimbalzare da più parti. Con il rinvio era stata avanzata la richiesta di un recupero in ottobre, mese che si sapeva sarebbe stato affollato con Germania, Galles e il Sardegna, che sia pure senza sbilanciarsi sulla nuova data parlando genericamente di autunno si sapeva puntava a recuperare la sua data storica. Dopo questo fuoco di paglia, quasi come a volere mettere le mani avanti su una data impossibile è sceso un silenzio assordante. Mediatico ma soprattutto diplomatico con la FIA ed il promotore. Oggi è arrivato il comunicato ufficiale della cancellazione, proprio in questi giorni in cui in tutta Europa si parla di fine lockdown ma si fa fatica a tracciare i contorni di questa. Una sorta di ultima spiaggia per dare una ragione concreta al colpo di spugna, vista l’incertezza del momento e alla criticità della situazione sanitaria nazionale (Portoghese) ed internazionale. Certamente sulle stage di Fafe o dell’Arganil evitare assembramenti importanti sarebbe stato un problema, ma la fretta di chiudere la pratica prima di andare a vedere le carte, lascia intravedere l’ombra della crisi economica che si porterà dietro questa pandemia mondiale. Effetti che oggi non sono ancora esplosi, ma che un organizzazione di spessore ma con margini precisi e non illimitati sono presagio di un bagno di sangue, che in Portogallo hanno preferito evitare.               

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