La sorte delle salite con il marchio Europeo era scontata e la decisione della FIA è arrivata oggi per evitare di trascinare troppo a lungo una situazione complicata, in primis dà un campionato la cui stagionalità non consente di spingersi in autunno.
L’analisi della situazione e le relative conclusioni le avevamo già tratte nell’articolo del 10 aprile, da allora poco è cambiato se non il numero delle gare che hanno passato la mano al 2021, ultima in ordine cronologico l’appuntamento Elvetico di metà agosto a St. Ursanne. In piedi sono così rimaste solamente le due prove conclusive: Ilirska Bistrica in Slovenia e la Buzetski Dani in Croazia, con il punto interrogativo legato alla gara Ceca Ecce Homo per il momento rinviata, ma decisa ad andare in scena almeno per la serie nazionale. Il limitato arco temporale di questa serie legata a doppio filo con la bella stagione è stato uno degli ostacoli più grandi nell’andare ad abbozzare un qualsiasi tentativo di rivedere il calendario. A questo si sono sommati i problemi alle frontiere con le nazioni dell’est Europa che tra frontiere chiuse e probabili quarantene andrà ad allungare i tempi del ritorno alla normalità. Anche se si tratta di una serie continentale come tutte le serie internazionali o mondiali paga inevitabilmente un dazio molto più elevato rispetto alle serie nazionali. Chiude i battenti anche la FIA International Hill Climb Cup che ad oggi aveva già perso tre dei cinque eventi a calendario. Uno stop che ha impedito di mettere alla prova la Performance Factor, uno specifico sistema di inserimento delle vetture a ruote coperte, per riavvicinarle al mondo delle salite, questo nel 2021 riguarderà il CEM, ma anche la coppa, ed il Master finale di Braga.