La decisione della Finlandia che addirittura brucia l’uscita di scena alla Nuova Zelanda che si apprestava a gettare la spugna, sbatte le porte a qualsiasi idea di rinvio dando l’impressione di non prendere nemmeno in considerazione l’idea di un pubblico contingentato, oppure ridotto naturalmente da una data più piovosa e meno propizia al sold out.
A metà maggio per voce del promoter, ma evidentemente con il consenso dei Finlandesi si era parlato di un rinvio di un mese o più. In origine il progetto degli uomini dell’AKK era quello di trasferirsi nella sua vecchia data di fine agosto, oppure inizio settembre. Tanto la Nuova Zelanda si sapeva sarebbe stata obbligata ad arrendersi, così l’organizzazione di Jyvaskyla ha continuato il suo braccio di ferro con il governo finlandese, sull’argomento pubblico che sino a fine luglio prevede manifestazioni con assembramenti fino a 500 persone, numero che dal primo agosto sarebbe salito a 1000. E’ abbastanza evidente che il 15 giugno quando il governo Finnico avrebbe confermato il suo piano di riapertura di sicuro non poteva arrivare un liberi tutti senza limiti. Ma soprattutto iniziare la spedizione dei biglietti venduti a metà giugno era cosa impensabile, di sicuro la macchina collaudata avrebbe dovuto rivedere i suoi meccanismi e ritornare indietro a fine anni novecento, con meno prevendita ed un ritorno ai vecchi botteghini. Un via libera che non sarebbe arrivato da nessun governo perché con la situazione liquida di oggi è quasi impossibile deliberare a quindici giorni, figuriamoci a due mesi. Ma continuando in una prevendita falsata da un momento di incertezza totale, dove più che prenotare un biglietto si puntava dei soldi in una scommessa il crollo del pubblico era inevitabilmente verticale. Comunque anche non ragionando solamente in ottica prevendita un calo sensibile di pubblico locale era facile da prevedere visto che il ferragosto segna l’inizio della stagione piovosa. Invece il pubblico internazionale sarebbe risultato comunque azzerato, con le incertezze che propone oggi viaggiare nessuno si avventurerebbe all’estero, andando incontro a spiacevoli ed inaspettate sorprese. L’idea di andare in scena con una presenza di pubblico appena in grado di coprire le spese, ed anche qualche rischio di bucare li ha portati a prendere la decisione di gettare la spugna. Una posizione dalla quale è facile leggere tra le righe la volontà di non volere nemmeno tentare di portare avanti la gara con limitazioni pubblico. Il business ha delle regole ed è chiaro che nessuno fa niente in perdita, ma una gara che ha sempre fatto ricavi importantissimi non può certo passare la mano in questa maniera. Alla stregua degli organizzatori di gare amatoriali o poco più vedi coppa Italia o rally sprint dove c’è passione vera e non certo gli stipendi che stanno dietro ad un’organizzazione come quella Finlandese. Una scelta del genere meriterebbe di essere tenuta in considerazione quando si ritornerà a parlare di 2021 ed oltre, magari incominciando a pagare pegno con la scelta della data.