In questi giorni si sta facendo un grande polverone sul fatto che le prime gare debbano partire in modalità senza pubblico, dimenticandosi che in questo momento sia fondamentale riuscire a rimettere in moto tutto cercando di perdere meno tempo possibile e soprattutto limitare i danni ad un ambiente che è passione ma anche professionalità.
In un mondo dove tutto cambia alla velocità della luce, ed a sopravvivere non sempre è il più forte ma chi sa adattarsi meglio. Sovente da un lato ci si adatta con la stessa rapidità dei tempi, dall’altro soprattutto quando di mezzo ci sono aspetti puramente passionali si tende a rimanere ancorati al passato. Dimenticando che l’intero mondo che ruota attorno a tutti gli sport si è evoluto e tutti quegli aspetti che prima erano puramente passionali, ora hanno acquisito una professionalità e volenti o nolenti con questa vanno affrontati. Certamente le contraddizioni sono tante, ma ad oggi per potere ripartire resta fondamentale il divieto di assembramento, ed è abbastanza evidente che parlando di pubblico a bordo speciale usando un pizzico di buon senso il problema non esiste, perché mantenere il distanziamento sociale visti gli spazi non è assolutamente un problema. Ma guardando le cose con gli occhi di questori e prefetti che ad oggi devono deliberare i permessi, è abbastanza evidente che il 90 – 95% di un percorso non rappresenta un problema, ma in alcuni punti del percorso ad alta spettacolarità e facile accesso, qualche problema sarebbe inevitabile. Come da molte parti: alcune spiagge, parchi, ecc.. gli assembramenti ci sono e fanno gridare allo scandalo, magari proprio chi si lamenta di questo inizio a porte chiuse, ma la differenza sta in quella autorizzazione che va rilasciata a qualsiasi manifestazione pubblica. In caso di reclami, ma soprattutto di qualsiasi problema (vedi un focolaio) individuerebbe due responsabili precisi, chi rilascia le autorizzazioni e l’organizzatore, ed è quindi inevitabile che la ripartenza sia graduale. Tra un mese le direttive potrebbero andare ad allargare le maglie, ma è evidente che questo dipenderà dall’andamento sanitario, ma anche dai comportamenti individuali che se nella maggioranza dei casi saranno responsabili accelereranno il ritorno ad una pseudo normalità. La fase a cui stiamo andando in contro è da salutare in maniera assolutamente positiva, cercando di rispettare le richieste di chi sta facendo il massimo sforzo per ripartire, ma soprattutto cercando di rispettare quelle norme minime richieste come il distanziamento. Quello che lascia basiti è il confondersi nel coro del dissenso, che è comunque comprensibile e condivisibile (sotto un profilo che si potrebbe definire morale) di chi ama cavalcare un consenso in maniera interessata.