La scorsa settimana abbiamo affrontato il tema dei grandi numeri della ripartenza, ed una delle ricette vincenti è sicuramente la riduzione dei chilometraggi, una richiesta arrivata a gran voce da tutti i preparatori per favorire la ripartenza dei noleggi, ma visto l’andamento attuale è difficile immaginare si possa ritornare indietro a gare più lunghe.
Il tema per il momento riguarda in maniera particolare il pianeta Italia, sull’onda delle richieste dei preparatori ed addetti ai lavori si era concordato con ACI Sport la riduzione dei chilometraggi CIR e poi a cascata si è cercato con le dovute proporzioni di ridurre anche le gare CI WRC, CIRT e CRZ. Una soluzione di necessità, per non dire di sopravvivenza, i cui effetti sono andati sin da subito oltre le aspettative di chi le aveva caldeggiate. Tentando di andare a leggere il futuro prossimo, è facile immaginare che in campionati come il CIR questa riduzione sia riuscita a salvare i numeri delle presenze, una conclusione stimata perché per delle risposte più solide occorrerà attendere Ciocco, Targa e Sanremo. Tra gli effetti a sorpresa c’è ne stato uno che ha toccato in maniera particolare le gare del CRZ, i cui numeri sono aumentati in maniera importante. Oltre a dare un risparmio di qualche millino e quindi consentire a chi si trovava con budget ridotti di partecipare, si è verificata una anomalia che a sorpresa ha proposto delle partecipazioni al volante di R5 da parte di piloti che solamente qualche giorno prima stavano valutando programmi più importanti, al volante di vetture tutto avanti. Una sorta di controsenso che è riuscito a mantenere belle folte le parti alte degli elenchi iscritti, con i numeri delle R5 stazionari oppure in aumento. Se il trend continuerà con queste proporzioni è facile immaginare che il taglio dei chilometri possa diventare permanente, con campionati nazionali sempre più corti, ed una forbice chilometrica più stretta tra il CIR ed il CI WRC. Alla faccia di chi vorrebbe un ritorno alle gare del passato, che evidentemente fa a pugni con le richieste del mercato, ma in molti casi fa a pugni con il comportamento di molti dei sostenitori delle gare vere, che però le disertano a favore di gare più light. Il futuro non sono le regole delle federazioni, ma cosa vuole il mercato, ed ai livelli odierni ci si è arrivati non perché obbligati ma quasi sempre per scelta. Un onda che chi fa le regole può solo seguire per non esserne travolto.