Il marchio di pneumatici Indiano, leader nel mercato sulle due e quattro ruote di serie del suo paese, tra i più grandi costruttori di gomme mondiali dopo anni di militanza sportiva nell’Asia Pacifico sbarca sulle strade bianche Italiane con Lindholm e fa letteralmente saltare il banco.
Se sulle speciali asfaltate Romane le coperture Indiane avevano impressionato, con Breen ma anche con le performance di Lindholm, che aveva chiuso la sua fatica al decimo posto, lui che l’asfalto lo ha macinato solo saltuariamente in Italia e Germania (ai tempi della Adam). Una prestazione sorprendente per quello che sui fondi catramati non era un debutto, ma di sicuro il primo impegno affrontato in maniera professionale e non un tanto al chilo per dire io c’ero. Sulla terra si sapeva che la musica era completamente differente, visto che per anni hanno gommato i team di Mlada che spadroneggiavano nell’Asia Pacifico. Ed anche nelle saltuarie uscite iridate con Gill aveva dimostrato di avere un buon prodotto. Ma un vero termine di paragone con la concorrenza non era mai stato fissato, vuoi per la mancanza di avversari nell’APCR e per la mancanza di esperienza di Gill nel WRC. Sulla terra Brivio e soci sapevano di avere a disposizione una buona gomma, ma una conferma in più non guasta mai e così hanno approfittato di Lindholm per misurarsi nella prima del CIRT, una gara con temperature torride, quelle che non si troveranno in Lettonia, ma che poteva dare indicazioni interessanti sopratutto in vista degli altri appuntamenti su terra dell’ERC. Il giovane Finnico sulle speciali di Arezzo non si è certo risparmiato, anzi a colpo d’occhio è sembrato averne più di tutti e contro c’era un Andreucci che con la C3 R5 ha dato l’anima per cercare di stargli davanti. L’amaro stop finale sicuramente non è stato facile da inghiottire, ma tutto sommato non cambia la sostanza di una gara dove il prodotto Indiano ha dimostrato di essere al pari della concorrenza, ed ora si prepara a dare l’assalto al Liepaja con un attacco a due punte Breen, Lindholm. Il terreno è più piatto e veloce e le temperature meno estreme, ma l’obbiettivo è firmare il primo Euro successo che al Valtiberina gli ha negato solamente l’incredibile panne elettrica finale della Skoda Fabia.