Il secondo round dell’ERC in terra Lettone regala una partenza degna del mondiale rally, con i principali protagonisti delle serie iridate cadette che partono ad un ritmo altissimo, 88 chilometri bruciati alla media dei 121 orari da un Solberg in formato XXL che piega la resistenza di Ostberg e Lukyanuk, impressiona ma va out Gryazin.
L’anno passato baby Solberg su queste strade aveva fatto saltare il banco, mandando alle corde tutti i protagonisti dell’ERC, incassando il primo successo internazionale di prestigio alla vigilia dei diciotto anni. Quest’anno però con il marasma covid-19, quattro mesi di blocco di ogni attività sportiva e la ripartenza del mondiale nella vicina Estonia ad inizio settembre, l’elenco iscritti ha visto aggiungersi alcuni degli abituè del WRC, a cominciare da Ostberg. Era quindi facile immaginare che vista la velocità delle speciali, i 188 chilometri della gara sarebbero diventati una sorta di gara sprint, dove bisognava partire a tutta sin dai primi metri di gara. Ed Oliver ne è stato un perfetto interprete, aggiudicandosi due dei quattro scratch odierni ha subito preso la testa della gara, allungando nonostante i suoi avversari non gli abbiano concesso nulla, sopratutto Gryazin e Ostberg, sono riusciti a limitare i danni ed a restargli in scia. Il Russo è riuscito a battere il secondo scratch di giornata, ma a chi nutriva dei dubbi su un suo passo troppo al limite la risosta è arrivata sull’ultima speciale di giornata dove come suo solito ha buttato tutto alle ortiche, Ostberg il dominatore del WRC2 nelle prime gare stagionali, a fine giornata paga a Oliver 10″ belli tondi, pochi per considerare la partita chiusa, ma molto difficili da rimontare, considerato che il rampollo di casa Solberg nell’ultima speciale ha rimediato un testa coda che gli è costato una manciata di secondi. I colpi di scena finali riportano sul Lukyanuk che batte l’ultimo scratch,e si porta a 16″ dalla testa della gara. A costare cari al Russo sono i primi chilometri dove non ha dato tutto, ma compreso il tema della gara comincia a macinare i tempi dei tre di testa e rosicchia secondi, scrollandosi dalle spalle l’ingombrante presenza di Lindholm, autore anche lui di un testa coda sull’ultima speciale di giornata, che lo fa scivolare in sesta posizione. La lotta per le altre due posizioni nella top five vede andare in scena un duello all’arma bianca tra Pietarinen e Craig Breen che lo tallona ad appena due decimi, il loro distacco dai primi è però di mezzo minuto, una secchiata d’acqua gelata sulle loro ambizioni di successo.