L’obbiettivo per Oliver era vincere e mettere le mani avanti per spostare le attenzioni del proprio fine di stagione sulla serie continentale, ma nonostante complicargli la vita ci fossero alcuni dei protagonisti di spicco delle serie support del WRC, vedi Ostberg, Solberg ha subito preso il comando e con una volata di due giorni ha rintuzzato tutti gli attacchi.
Nella prima boucle domenicale Ostberg e Lukyanuk ci hanno messo l’anima, cercando di andare a scalfire il vantaggio di Solberg, appena dieci secondi che però quando si viaggia a queste medie orarie possono risultare pesanti come macigni. Ma lo Svedese è partito con lo stesso passo della prima tappa, ed anche se nella speciale di apertura ha lasciato lo scratch ad Ostberg è riuscito a rosicchiare qualche secondo ai suoi avversari diretti per il primato. Ed a quel punto sulla prova che chiudeva la boucle il Norvegese e Lukyanuk hanno capito che c’era poco da fare e alzano leggermente il piede, Solberg sfrutta al meglio l’occasione piazzando uno scratch pesantissimo che manda al tappeto i rivali. Con Ostberg ad oltre 20″ e Lukyanuk a mezzo minuto il bis al Liepaja diventa una formalità che nonostante la giovanissima età Oliver gestisce alla grande con la replica pomeridiana corsa in sicurezza, concedendo qualche decimo ai suoi rivali. Mads una volta di più dimostra una grandissima solidità, in una gara di allenamento ha tenuto un passo da mondiale, ed a batterlo è stato un avversario da mondiale, ma a differenza di Oliver forse ha preferito non andare oltre alla soglia di rischio. Se la davanti Solberg rispetto al Liepaja 2019 ha dimostrato di essere cresciuto tantissimo, aumentando la sua capacità di fare velocità ma sopratutto nel sapere viaggiare in soglia, Lukyanuk dopo la sua vittoria spaziale sulle strade di Roma è sembrato ancora più al limite dell’irriconoscibile di quanto sia stato in Italia. In fatto di velocità pura è sempre lui, ma per tutta la gara è sembrato avere il controllo del suo passo e non è mai inciampato in uno degli errori a cui ci ha abituato in passato. Forse l’unica mancanza del Russo è stata la prima speciale dove è partito forte ma con attenzione, sbagliato definirlo eccesso di prudenza ma quei dieci secondi lo hanno obbligato ad una gara tutta in salita, impedendogli di battersi per la piazza d’onore con un Ostberg che è sembrato alla sua portata. Quarta piazza finale per Pietarinen che nelle prime speciali torna subito ad incrociare i guantoni con un Breen scatenato che lo salta e prova ad allungare, ma una foratura gli fa perdere una quarantina di secondi e si ritrova alle spalle del Finlandese. Nel finale l’irlandese riesce a rintuzzare gli attacchi alla sua posizione di un Lindholm che sulla prima speciale del mattino rischia al jump e perde un pò di lucidità e preferisce non rischiare per una posizione che avrebbe strappato al suo compagno di team MRF.