Nei giorni passati abbiamo parlato dei numeri della ripartenza d’oltralpe e questo fine settimana con il confronto a distanza tra i due campionati terra, non potevamo sottrarci a confrontare dei numeri dai quali emerge una differenza abissale tra le due basi dei praticanti, alla quale è difficile dare risposte o correttivi.
Il confronto dei numeri delle due gare cade a fagiolo per cominciare a sviscerare un argomento dal quale potrebbero uscire considerazioni e risposte interessanti, in grado di andare oltre i luoghi comuni, in primis sparare sulla crocerossa. Innanzitutto ci teniamo a fare notare che l’effetto ritorno alle gare ha comunque pesato su entrambe le gare San Marino ha raddoppiato i suoi numeri, mentre il Lozere li ha aumentati del 45/50%. Che però corrispondono a livello quantitativo 34 in più nella repubblica de titano 35 al Lozere. Numeri che nel loro complesso mettono in evidenza la maggiore salute della serie transalpina ma per dare delle risposte devono essere scorporate, andando ad analizzare i numeri nel dettaglio. Per mettere il dito nella piaga basta operare una semplicissima divisione tra le vetture dividendo quelle con qualche anno in più gruppi A, N e omologazioni scadute, con quelle attuali, ovvero i gruppi R. Ed è proprio nella somma dei gruppi R che sorprendentemente andiamo a constatare che i numeri sono molto vicini 42 quelli italiani e 48 quelli francesi, ed in entrambi i campionati le R5 sono una ventina, mentre in Francia il numero delle R2 è alimentato in maniera particolare dai 17 ragazzi dello Junior. La differenza la fanno dunque quelle vetture con qualche anno in più, appena 19 in Italia contro le 70 Francesi. Tra le vetture con qualche anno in più ci sono anche gli N4 e relative evoluzioni in R4 otto in italia e 17 oltralpe. Di fronte ad una situazione del genere è abbastanza difficile suggerire dei correttivi, perché è evidente il differente approccio alle gare da parte di una larga base dei praticanti, disposta a correre con vetture più vecchiotte, una scelta che però per rivelarsi realmente economica implica correre con vetture di proprietà. Una condizione che mette le due realtà di fronte a mercati che hanno avuto sviluppi completamente differenti e non si possono cambiare solamente schioccando le dita, o modificando qualche regola.