Le due speciali cancellate al Targa Florio che tante polemiche hanno sollevato dividendo in maniera netta i commenti dei protagonisti all’arrivo dovrebbero innescare una profonda riflessione sul tema sicurezza, per trovare un equilibrio tra abuso e necessità.
L’argomento della riduzione dei percorsi, che non può sposarsi con le prassi consolidate in passato di tenere legata una corsa a suon di tagli, lo abbiamo approfondito in queste settimane e c’è veramente poco da aggiungere se non registrare un nuovo primato 37 minuti di gara per una gara CIR. In Sicilia però ha avuto un ruolo preponderante la variabile sicurezza, un argomento molto sensibile ma che proprio per la sua delicatezza si presta ad interpretazioni molto soggettive. Ed inevitabilmente va a scontrarsi con gli interessi sportivi dei concorrenti in un frangente particolare di gara, che richiede differenti scelte di gomme, set-up e nel caso specifico montare una fanaliera, tutti elementi tattici di una gara che possono fare una grande differenza, soprattutto in gare dai chilometraggi ridotti dove i distacchi sono molto ridotti e un testa coda oppure un dritto può costare anche più di una posizione. Correre sul bagnato, con tratti di strada che tendano ad allagarsi oppure a sporcarsi non ci sembra assolutamente un elemento straordinario, ma se vogliamo tirare in ballo la sicurezza è evidente che i rischi sono maggiori in queste condizioni. Ma se questo significa dovere annullare una speciale perché gli standard di sicurezza si abbassano, allora qualcuno dovrebbe spiegarci la norma che permette di cambiare le gomme solamente al service, oppure non ricorrere ad un service volante per montare una fanaliera nel caso di ritardi che portino a correre con il buio. Per non parlare di eventuali interventi dell’equipaggio sulla vettura, fatti in fretta e furia per arrivare alla speciale seguente, cosa che non è sicuramente il massimo per la concentrazione necessaria in prova. Una serie di elementi imposti per regolamento, discutibili ma da tutti accettati, anche se innegabilmente questi comportano un abbassamento della sicurezza. Un argomento delicato ma che in un senso o nell’altro richiederebbe più che una regolamentazione indicazioni sui parametri da seguire. Lasciare tutto il carico delle scelte operate sulla direzione gara, non va di pari passo con la professionalità richiesta ai rally e ai concorrenti.