La braccio di ferro è stato di quelli impegnativi ma alla fine per il rally di Monza è arrivato il semaforo verde, un ultima mano giocata in Sardegna, ma a naso visto la tattica delle squadre nelle decisive speciali del mattino probabilmente la decisione gli è stata comunicata prima di lasciare il parco di Alghero.
Finalmente querelle Monza dentro, Monza fuori si è conclusa con l’ingresso della gara Brianzola nel WRC, è così sfumato l’ultimo colpo di coda da parte di chi gestisce il WRC per tentare di portare a casa almeno qualche soldino, una operazione che più o meno ha avuto i contorni di quanto era già successo per Ypres, quando fuori la Germania e fuori il Giappone qualcuno ha dovuto calare le sue richieste pur di salvare il campionato. Oggi il WRC i suoi sette eventi li ha a calendario, ma con la seconda ondata pandemica che sta mettendo in difficoltà molti stati europei, tra i quali c’è anche il Belgio è impossibile fare previsioni per metà fine novembre. Per Ypres è impossibile garantire certezze, se non il suo impegno, ma se per caso gli stati confinanti decidessero di bloccare le frontiere a quel punto ci sarebbe davvero poco da fare. L’alternativa però non si può certo cercare a inizio Novembre quando la situazione sarà più chiara, considerato che Monza è una gara atipica ed adeguare il suo percorso alle esigenze di un mondiale, spostandosi nelle speciali del lariano organizzativamente richiede del tempo, considerato che tutta la permessistica va inoltrata un mese prima della gara. Mettere dentro Monza era quindi una sorta di scelta obbligata, perché una gara ma sopratutto la macchina organizzativa che occorre avere alle spalle (in questo caso quella del Sardegna) è lavoro ed esperienza di molte stagioni e non si può inventare schioccando le dita.