ERC IL CASO SOLBERG

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Il caso Oliver Solberg in Ungheria mette il dito nella piaga della giustizia sportiva internazionale, che dimostra di fare acqua forse in maniera ancora più smaccata di quella nostrana, un codice che andrebbe rivisto ma che in alcuni casi richiederebbe una gestione umana più attenta e meno soggettiva.

L’oggetto del contendere è stato il finale della prima tappa dove Oliver ha rimediato una doppia foratura, ed uscito dall’ultima speciale ha sostituito la gomma distrutta con una scorta che comunque era già stata sostituita perché forata, semplicemente meno malconcia. In qualche maniera è riuscito a raggiungere il service sul cerchio, un punto del regolamento che è inequivocabile – Su un tratto di strada pubblica, un’auto da competizione può essere condotta solo su quattro ruote e pneumatici che girano liberamente. – Norma se vogliamo contestabile viste le epiche pagine di equipaggi che hanno concluso speciali o trasferimenti su tre ruote, ma che fa parte della modernità del nuovo millennio, o meglio per evitare che lo stop arrivi per mano della polizia come a fine anni novanta era successo un paio di volte al RAC. In questo caso Solberg fuori della speciale avrebbe dovuto ritirarsi e quindi ripartire l’indomani con dieci minuti di penalità, ovviamente il fatto di correre in un paese dell’est dove la polizia sulle strade è al servizio della gara e quindi molto più tollerante, assieme alla concitazione della gara Oliver ci ha comunque provato. Quello che però lascia realmente perplessi è che all’ingresso al service non sia arrivato un report degli ufficiali di gara, ma al collegio degli sportivi siano arrivate solamente i reclami della squadra di Lukyanuk e di quella di Munster. Il regolamento su questo punto è chiarissimo, ed è sempre più evidente una certa mancanza di professionalità, ma quando è successo nel collegio aumenta i dubbi sulla maniera di operare e interpretare la legge. Secondo l’articolo 13.4.1 e 13.7.4 dell’ISC, non si possono accettare reclami per la stessa violazione presentanti congiuntamente da parte di più concorrenti. In questo caso il classico cavillo che apre le porte ad una scappatoia legale e lega le mani a chi deve fare rispettare la legge. Peccato che con questo articolo sia stato rigettato solamente il reclamo di Lukyanuk, mentre quello di Monster è stato rigettato per non avere pagato la tassa di reclamo, quindi tecnicamente il reclamo non poteva essere considerato valido. Cavillo che invalidava automaticamente l’articolo riferito al reclamo di Lukyanuk perché di fatto il secondo reclamo a termine di legge non esisteva per una inadempienza formale. A dare ragione moralmente a Oliver siamo sicuramente in prima linea, ma se si scrivono delle regole queste vanno rispettate e fatte rispettare, indipendentemente dalle circostanze e da come la si pensi.

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