Per il momento è nota solamente la tabella di marcia del rally ACI Monza, ma da diversi elementi inclusi nel regolamento supplementare sono sempre più evidenti gli indizi di una gara che nelle due tappe in circuito andrà a riproporre le speciali delle primissime edizioni, a cavallo tra circuito e le strade interne al parco.
Che nel passaggio da Monza rally Show a Rally ACI Monza WRC non si sarebbe parlata la stessa lingua era abbastanza evidente, a cominciare dall’eliminazione di un evidente abuso di chicane artificiali sul circuito, alle penalità per lo spostamento di birilli o coni. Con la tabella tempi e distanze è risultato altrettanto evidente che visto il chilometraggio contenuto delle speciali, le vetture non si sarebbero accavallate nelle prove in circuito come oramai si era abituati a vedere. Ma soprattutto sulla nota al punto 1.2 dove viene descritta la superfice delle speciali e sulle prove 2-3; 4-5 e 15-16 risultano inseriti dei tratti sterrati (per un totale di poco inferiore agli 8 chilometri) è evidente che si ritorna a correre sulle strade interne al parco dell’autodromo, come nelle prime edizioni della gara che inizio a muovere i primi passi nel 1978, edizione che fece sua Federico Ormezzano con la Porsche 2,7. Il chilometraggio della prima frazione propone una settantina di chilometri totali, ma potrebbe fare delle differenze significative avvantaggiando che parte davanti, perché sulle stradine interne al circuito foglie e fango ad inizio dicembre non mancano, ed i concorrenti potrebbero trovarsi di fronte ad una prima tappa che non è poi così lontana per caratteristiche a quello che si sarebbe potuto vedere ad Ypres. A differenza della gara Belga però ci sarà la possibilità di avere un service alla fine di ogni prova, un fattore che potrebbe cambiare l’approccio di molti perché ci sarebbe la possibilità di rimediare a qualche toccatina, forature o a regolazioni sbagliate. Una sorta di ritorno alle origini quando alla fine di ogni speciale si andava in assistenza. Sulla frazione della Bergamasca c’è davvero poco da dire, poco meno di una sessantina di chilometri da mandare in replica su strade tecnicamente molto impegnative, che d’inverno possono presentare le situazioni più svariate, dall’umido al verglass. Una gara vera, tutta da interpretare, la cui faccia potrebbe cambiare completamente con il mutare delle condizioni atmosferiche, che nessuno può permettersi di prendere sottogamba o considerare una sorta di passeggiata per aggiungere il settimo tassello al WRC.