Il rally di Svezia continua a tremare non per l’arrivo della stagione fredda, ma dopo i brividi 2020 per la mancanza di ghiaccio, la nuova edizione comincia a fare i di conto con le restrizioni della pandemia e nel caso non sia ammesso il pubblico, ha già fatto capire che l’organizzazione è pronta a gettare la spugna.
Mentre continuano i lavori per il trasloco dal Varmland, che in questi giorni ha regalato nuovi sviluppi e qualche perplessità sulla gestione della transizione. L’ultima edizione con base a Torsby comincia a prendere forma, ma soprattutto a fare i conti con la seconda ondata della pandemia che ha travolto l’intera Europa. La macchina organizzativa svedese è oramai alla vigilia dell’apertura della campagna di prevendita dei biglietti per il pubblico. Ma in questo momento le autorità del Varmland non si sono pronunciate, ed obbiettivamente sarà molto difficile avere delle risposte certe, almeno per fine novembre. Un eventuale divieto totale alla presenza del pubblico significherebbe andare a tagliare un milione e mezzo di euri dal budget, un colpo fatale per una gara che negli ultimi anni ha faticato sempre di più a tirare i cordoni della borsa. In questo momento è difficile immaginare che qualsiasi autorità possa dare un parere affermativo o negativo, nel migliore dei casi potrebbe esprimere un orientamento a favore di un probabile contingentamento. L’ipotesi che tra le gare del calendario WRC 2021 qualcuna possa gettare la spugna prima della fine del 2020, comincia a prendere sempre più corpo. Con le classicissime del nord dove il pubblico è sempre stato pagante, che non sembrano in grado di dare risposte ad una situazione difficile, ma non impossibile.