Il round finale dell’ERC alle Canarie consegna al giovane talento Francese Adrien Fourmaux il suo primo successo assoluto in una gara internazionale di spessore, dove riesce a interpretare nella maniera migliore una gara molto complessa tatticamente e nella scelta delle gomme.
Dopo avere fallito in malo modo l’appuntamento ERC sulle strade capitoline Adrien Fourmaux si è preso la sua rivincita in una gara estremamente complicata come il round finale sulle strette, rotte e tortuose strade di Gran Canaria. Con a complicare il tutto continui scrosci temporaleschi che hanno rimescolato in continuazione le carte, proponendo scelte tattiche azzardate che a volte hanno pagato, in altri casi meno. Il Francesino pupillo di Yacco e della federazione transalpina, ha avuto il merito di essere riuscito a leggere la gara nella maniera più redditizia in ogni frangente, senza troppi acuti (ad eccezione di un paio di scratch nelle fasi finali della frazione del venerdì) ma soprattutto limitando al minimo i bassi. Anche se sul piatto non ha mai messo doti velocistiche sconvolgenti, l’esperienza accumulata nelle due stagioni di WRC2 ha pesato molto soprattutto nel gestire i momenti più complessi. Con una gara corsa sul passo, interpretando in maniera intelligente l’evoluzione di strada e meteo è riuscito a non farsi prendere dalla foga di strafare, o dallo sconforto, quando nelle prime speciali Nil Solans e Ares hanno allungato lasciandolo ad una mezza minutata. Quando poi la sorte è girata e si è messo in scia ai due forti spagnoli, ha continuato a tenere alto il passo ma non è andato a cercare quel guizzo per chiudere la gara, inducendo soprattutto Solans in quell’errore che è stata la doppia foratura. Alle spalle di Adrien si è piazzata la Citroen C3 di Bonato che nelle prime speciali del venerdì ha pagato qualche secondo di troppo, ma con il passare dei chilometri ha saputo interpretare bene un fondo particolare e difficile, ed ha iniziato una bella rimonta, senza però chiudere il gap con il suo connazionale. Terzo un Ares che dopo avere perso contatto dalla testa si è però ritrovato la leadership del campionato iberico e la possibilità di rimescolare le carte, ed a quel punto ha tirato i remi in barca pago di un risultato pesante in ottica Spagna. Soltanto quarto Solberg il primo dei pretendenti all’ERC che forse ambiva a qualcosa di più, ma vista la situazione di classifica che si era venuta a creare ha corso dimostrando di sapere imbrigliare il suo istinto di cavallo di razza. Dopo avere cercato di sparigliare le carte con giocate fuori dagli schemi Lukyanuk nel finale si accoda a Solberg e nelle speciali conclusive si limita a raggiungere quel traguardo che gli consegna la seconda corona continentale.