Che il format adottato per il 2020 nel CIR e le altre serie tricolori, a grandi linee proceda verso la riconferma anche nel 2021 era abbastanza scontato, ma con l’allungamento della crisi sanitaria oramai sembra sicuro che anche il nodo dei chilometraggi resti congelato.
Le soluzioni di emergenza per fare ripartire i rally in Italia portate avanti da ACI Sport nel mese di maggio 2020, saranno riprese in toto anche per il 2021, considerato come un’altra annata da vivere nel nome dell’emergenza Covid-19. Una decisione già nell’aria in autunno ma che l’andamento della pandemia in questi ultimi mesi ha rafforzato, una scelta in gran parte condivisibile perché tra l’emergenza sanitaria e gli inevitabili rimbalzi sull’economia, non sarà certamente una stagione facile. Ed a differenza del 2020 la presenza di un calendario normale, anche se più di una gara potrebbe nuovamente saltare, il ventaglio di gare a disposizione dei piloti sarà decisamente più ampio, elemento che dovrebbe dare il vero polso della situazione. Numeri che quest’anno hanno fatto gridare tutti, noi compresi, al miracolo della ripartenza, ma in realtà sappiamo bene che si trattava di numeri drogati dalle poche gare a disposizione. Tramonta così la speranza di rivedere quantomeno qualche chilometro in più nella massima serie, ovvero il CIR; che le aspettative facciano a pugni con la dura realtà è un dato di fatto con il quale bisogna fare i conti, ma allungare i chilometraggi in una forbice che vada dai 100 ai 115/120 Km sarebbe un sacrificio minimo, ma che andrebbe a distinguere il CIR dal CI WRC. Considerato che all’interno del CIR c’è anche il CIRA sarebbe bene creare un minimo di differenza con il tricolore WRC, tra questi due campionati che dovrebbero corrispondere alla serie A, ed alla B dei rally, oggi c’è un’po’ troppa sovrapposizione. Appiattimento che potrebbe registrarsi anche verso il basso, tra i CRZ ed i rally di base, anomalia che quest’anno non si è registrata perché sono state pochissime le gare minori disputate e si sono svolte a campionati oramai conclusi, non costituendo elemento di concorrenza. Anche se questa è tendenza consolidata la speranza di qualche aggiustamento dei regolamenti, per migliorare equilibri e amalgama dei campionati sarebbe buona cosa.