WRC UN CALENDARIO AL GIORNO

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Le prime bozze di calendario marchiate WRC sono cominciate a circolare prima del Natale, da allora se ne sono viste di tutti i colori, con rally che comparivano e scomparivano ed attribuzioni di date improbabili, una sorta di campagna delle veline utilizzata come un sondaggio per tastare le reazioni.

All’inizio l’improbabilità di certi spostamenti, cancellazioni facili, ecc.., nonostante la velina abbia avuto una larga diffusione tra gli addetti ai lavori, in pochi si sono sentiti di renderla pubblica. Ma a quella prima bozza ne sono seguite una miriade, ci verrebbe da dire una al giorno, ma nulla di credibile al di fuori della base del calendario provvisorio stilato dalla Fia ad ottobre. Uno sfornare continuo di veline in netta contrapposizione con la gestione del calendario 2020 della ripartenza, rimasto impantanato nell’immobilismo da aprile a fine agosto dell’anno passato. L’impressione dopo una ventina di giorni di fuoco di fila è quella di avere a che fare più che con delle bozze di lavoro del promotore, con una sorta di sondaggio lanciate per vedere le reazioni di addetti ai lavori e non. Rinforzate come nel caso di un Montecarlo spostato misteriosamente a dicembre, dalle dichiarazioni indotte (dalla visione della velina) di alcuni top driver, il tutto senza curarsi dell’opinione, oppure consultare, chi la gara la organizza. Un’operazione che però non da solamente il sentore di un sondaggio, in alcune occasioni è sembrata perseguire l’intento di imporre una visione, costruendosi artificialmente una base di consenso. Il tutto senza assolutamente fare i conti con le difficoltà pratiche a cui andrebbe incontro chi deve mettere in piedi la stessa gara a poco più di un mese di distanza. Difficoltà che non sono state minimamente tenute in conto non solamente per il Montecarlo, ma anche per quanto riguarda il Monza ventilandone l’ingresso a fine agosto.      

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