La Gran Bretagna una delle grandi patrie del Motorsport, negli ultimi anni ha visto il mondo dei rally andare sempre più in sofferenza, ed oggi si sta navigando a vista anche per quanto riguarda l’appuntamento made in UK con il WRC.
Il grande pedigree sportivo della classe dirigente britannica, tra alti e bassi è sempre riuscito almeno sino a metà della prima decade del nuovo millennio, a mantenere fede alla tradizione di una delle nazioni trainanti per il mondo dei rally. Con squadre, factory, piloti, navigatori, un campionato faro per tutta la Scandinavia, ed un appuntamento WRC tappa leggendaria immancabile appuntamento per il pubblico britannico e non con le biglietterie sempre sold out. Ma negli ultimi dieci quindici anni prima è venuto meno il campionato nazionale, poi si sono più che dimezzate le strutture ufficiali e semi ufficiali e negli ultimi anni ha cominciato a traballare anche l’appuntamento con il mondiale. Il Galles negli ultimi anni ha sempre fatto più fatica a vedere confermare i suoi budget, ed in più di una occasione è riuscito a confermare i suoi contratti con il promotore all’ultimo minuto. Un evento sempre più in difficoltà crollato nel baratro con lo stop dell’anno passato. Uno sprofondo dal quale non è nemmeno riuscito a provarci, ed ha gettato la spugna (per il 2021) con otto mesi di anticipo. La federazione britannica non ha dato segni concreti di reazione, sperando che tra un Galles agonizzante e la pretendente Irlanda del nord si sarebbe riusciti a rientrare sia pure in maniera claudicante nel calendario 2021. Ma se da una parte non c’erano i soldi, dall’altra parte c’è un organizzatore di eventi abituato a fare di conto e poco propenso a scommettere in un periodo di incertezza sanitaria. Così si è cominciato a parlare di rotazione triennale, che però in meno di un mese sembra essersi accorciata e da un ingresso dell’Irlanda del Nord rinviato al 2022, oggi è uscito allo scoperto la Scozia, ma con il progetto di una gara su asfalto. A questo punto è evidente che il problema principale è quello legato ai budget, che gli sterrati amplificano con la voce ripristini, pesantissimi su gare lunghe come quelle targate WRC. Un problema economico che sta mettendo alle corde le speciali sterrate, la risposta che si sta profilando però ci sembra un po’ troppo semplicistica, o meglio senza una visione del futuro. L’asfalto risponde a pieno al pensiero dei management di oggi attentissimi alla voce costi; peccato che il rally GB negli anni ha sempre contato sugli introiti legati al pubblico. Quelli che con delle gare tutto asfalto potrebbero crollare; Irlanda e Scozia sono lontane dall’Inghilterra (dove si concentra la maggior parte della popolazione) e le superfici catramate potrebbero non essere un richiamo così invitante per spostare un numero considerevole di spettatori.