A pochi giorni dalla partenza dell’Arctic Rally Finland , dove baby Rovanpera potrebbe mettere il suo primo sigillo iridato, in molti stanno guardando a Kalle e Oliver Solberg come la nuova strada per arrivare ai campioni del futuro, il resto sembra preistoria ma la realtà o meglio il presente non sembra ancora avere bruciato il passato.
Kalle Rovanpera classe 2000, venti anni compiuti lo scorso ottobre e Oliver Solberg classe 2001 con un anno ed una manciata di giorni in meno del suo avversario finlandese sembrano avere tracciato una nuova strada che oggi ha oramai stregato tutti. Due talenti cristallini, entrambi figli di due top driver che hanno stazionato in pianta fissa nelle squadre ufficiali del WRC, per molte stagioni tra la fine degli anni 90 alla fine della prima decade degli anni 2000. Genitori che oltre a sapere dispensare i segreti del mestiere, sono rimasti introdotti nel giro che conta ed hanno potuto asfaltare la strada dei figli, favorendo e velocizzando la carriera dei loro pargoli. Il fatto che per entrambi l’esordio sia avvenuto da giovanissimi tredici e quindici anni, sulle strade delle repubbliche Baltiche dove tutto è permesso gli ha consentito di presentarsi nel WRC alle soglie della maggiore età con un solidissimo bagaglio di esperienza sulle spalle. Se si analizza con attenzione la loro carriera, da una parte impressiona il fatto che sino ad oggi non abbiano mai fatto dei passi falsi, se però non ci si lascia trasportare dall’entusiasmo per quanto sono stati capaci di fare, ma si analizza anche il mondo che li circonda, le conclusioni non indicano la loro strada come la via maestra. Anzi l’impressione è quella di trovarsi di fronte a due eccezioni, molto lontane da quello che oramai in molti giudicano come la via del futuro, per non dire del presenta. In realtà il pezzo più ingombrante del presente, almeno sino a quando non deciderà di appendere il casco al chiodo, con i suoi sette titoli, l’ultimo dei quali vinto sulle strade Brianzole solamente un paio di mesi addietro è Sebastien Ogier. DNA del campione, passione smisurata come per molti dei ragazzi di Gap cresciuti a pane e rally di Montecarlo, ma la sua prima gara il rallye Terre de l’Auxerrois, la affronta a ventidue anni suonati. Volendo fare un salto nel passato a cavallo tra le due prime decadi, non possiamo che inciampare in sua maestà Loeb nove titoli consecutivi piloti dal 2004 al 2012, ma anche nel suo caso i primi passi li muove al Rallye Régional du Florival, ventitré anni ed un mesetto. Restando aderenti alla realtà o meglio al presente, prima di indicare la via dei baby driver come il nuovo format di crescita, forse sarebbe il caso di aspettare qualche stagione e tirare le prime righe del bilancio, aspettando che i due predestinati raggiungano il giro di boa della loro carriera.