L’emergenza sanitaria continua a mettere alla frusta le serie internazionali e se viste le proiezioni tra varianti e vaccinazioni non depongono certo a favore delle trasferte extraeuropee come era prevedibile gli anelli deboli del calendario WRC cominciano a scricchiolare sempre più rumorosamente e tra questi c’è anche il Portogallo.
Nel momento in cui la Svezia dava l’addio alla sua data 2021 del WRC, ed una regia occulta continuava a sparare un calendario al giorno, addirittura tirando una bella croce sopra questa oppure quella gara (Montecarlo spostato, Kenya cancellato ecc..). Stranamente nessuno si era accorto che tra le potenziali gare ad alto rischio ci poteva essere il Portogallo, ma a Rovaniemi qualche rumors ha cominciato a rimbalzare ed a preoccupare gli addetti ai lavori. Nulla di concreto se non dei preoccupanti silenzi riferiti all’incertezza del momento legati ai lockdown che stanno paralizzando mezza Europa. Che già di per se costituisce un problema non indifferente in grado di mettere in crisi un organizzazione, basta vedere i salti mortali a cui è stato obbligato il rally di Montecarlo per riuscire a incastrare la sua tabella di marcia con gli orari del coprifuoco imposto dal governo transalpino. Ma dietro la facciata del momento è facile immaginare persistano i veri motivi che l’anno passato hanno visto l’organizzazione di Porto gettare la spugna appena le frontiere continentali hanno cominciato a riaprirsi. Un evidente segno che non c’era nessuna intenzione di andare a vedere e portare avanti un bluff, perché il terremoto pandemia non è solo sanità ma anche economia, ed i budget e contratti prima della pandemia sono pesantucci da rispettare in un evidente momento di difficoltà. Ed il fatto che lo tsunami covid continua a proporre nuove ondate è evidente che dal punto di vista economico la situazione non può che essere peggiorata. Il fatto che in questi mesi non fosse trapelato nulla è sembrato quanto meno strano, è però lampante che non si tratta solo di un’allerta sanitario ma a scricchiolare in primis è la parte economica. Non dimentichiamoci che la regione di Fafe dove l’economia locale ha sempre puntato molto sul rally, l’anno è passata è andata a caccia dell’alternativa ERC, inventandosi un’edizione di transizione prima di riportare gli sterrati di Fafe nella serie continentale. Un operazione che tra le righe dice più di qualcosina.