L’Arctic Rally Finland ha sdoganato una serie di dogmi legati al WRC, le due gare nella stessa nazione, ed altri concetti che faticavano a passare, ma soprattutto abbiamo visto gli stessi organizzatori gettare la maschera sui costi di una gara WRC, dimostrando che con una milionata si può mettere in piedi una gara mondiale.
Negli ultimi anni in fatto di gare mondiali i budget sembrano essere sfuggiti ad ogni controllo, ed in molti casi si sono moltiplicati in maniera esponenziale, quantomeno raddoppiati con troppa facilità. Ed a metterci lo zampino spesso ha contribuito il tam tam del mormorio, con i media e i social pronti a dare credito a cifre spesso improbabili, per cui negli ultimi anni si è diffusa l’idea che per organizzare un WRC occorre una base di almeno cinque milioni. In realtà ogni organizzatore può impreziosire la sua gara con servizi per i piloti, oppure per il pubblico, arrivando a superare anche i cinque milioni. Un esempio lampante di cosa si può fare per dare un plus valore alla propria gara l’aveva dimostrato l’Australia di Perth, con la speciale spettacolo di Langley Park, qualcosa di grandioso che non è mai stato ripetuto e può trovare un paragone altrettanto forte nell’allestimento di un gran premio cittadino come quello di Melbourne. L’Arctic in formula WRC invece ha dimostrato che con un milioncino si può organizzare una gara mondiale, senza nessun fronzolo extra; ma comunque adempiendo alle richieste del promotore, che a seconda delle situazioni possono risultare flessibili, ma su quel budget con probabilità rappresentano una fetta di circa un terzo. Ovviamente a dare una bella sforbiciata hanno contribuito un service park spartano ed essenziale, nessuna iniziativa legata all’immagine dell’evento, collaterale, diretta, o indiretta (dedicata a pubblico o piloti). Stipendi e spese di segretariato che nel caso di questa organizzazione sono andati in carico alla macchina che si occupa della gara di Jyvaskyla, se non qualche spesa di logistica spicciola per chi ha dovuto trasferirsi a Rovaniemi prima e durante l’evento. Con il porte chiuse è venuta meno tutta la struttura dedicata al pubblico che ha un importante ritorno, ma anche costi elevati, concetto che da noi spesso viene recepito completamente solamente per quanto riguarda la parte entrate. Versione light anche per l’allestimento delle speciali a cominciare dai marshall sul percorso, presenti ad inizio e fine prova, oltre a qualche bivio ma nulla più. Se le giubbe gialle con i loro gilet catarifrangenti hanno fatto notare la loro assenza, l’impressione è che anche i mezzi dell’organizzazione erano contati. Un percorso buttato giù in fretta e furia, ma con un disegno fatto da economisti della spending review logistica. Certamente si tratta di una gara allestita in situazione straordinaria, con condizioni particolari che per molti versi hanno aiutato, ma questo dovrebbe fare riflettere chi si riempie la bocca di milioni senza pesarne il valore. Una gara di WRC normalmente costa più cara, ma non così tanto come a qualcuno va bene si creda.