Al rally di Svezia la FIA aveva imposto di traslocare verso il nord, ed abbandonare il Varmland ma se ancora una volta gli organizzatori sembravano fare orecchie da mercante, dopo l’Arctic Rally Finland la loro posizione è sempre più traballante.
L’edizione 2020 del rally Sweden dopo troppi anni a lottare con il freddo che non c’è più ha proposto una gara indegna di un campionato del mondo, mandando anche Todt su tutte le furie. Ma con l’esplosione della pandemia l’organizzazione di Karlstad ancora una volta ha fatto orecchie da mercante alle richieste del presidentissimo, contando sulla disperazione di FIA e promotore in quest’epoca di corona virus a tirare le fila di un calendario internazionale. Ma il divieto di potere avere il pubblico e chiudere il loro budget li ha obbligati a gettare la spugna, quello che non si sarebbero attesi è che la federazione finlandese riuscisse in appena un mese e mezzo a mettere in piedi un Arctic Lapland bis. Beffa delle beffe organizzandolo con un budget risicatissimo poco più o poco meno di cosa avevano gli svedesi senza mettere in conto la biglietteria. I lunghi silenzi del dopo Arctic la dicono lunga sull’imbarazzo degli svedesi, dalla loro hanno un contratto in essere con il promotore e dall’altra quello con Torsby e il Varmland per almeno un anno. Ma con la perfetta cornice invernale della Lapponia, diventa molto difficile proporre ancora una volta il Varmland. Ed in più la ricerca di una nuova località sembra più complessa del previsto, con Ostersund la candidatura più forte sfumata per incompatibilità con le richieste, ed ora sembra la trattativa si sembra spostata su Lulea. Una cittadina che si affaccia sul Baltico del nord, dove ghiaccia anche il mare e nei dintorni neve e ghiaccio la fanno sempre da padrone. Il problema per gli organizzatori sarà mettere assieme un budget sufficiente, considerando che da quelle parti l’apporto del pubblico sarà decisamente minore. Dopo quanto è successo in passato non sarebbe poi così sorprendente assistere a qualche forzatura per tentare un anno ancora dalle parti di Karlstad, ma questa volta alla storiella che al nord c’è solo steppa, renne ed orsi e la logistica è insufficiente per un evento come il WRC, non ci crede più nessuno.