La trasferta palermitana nonostante il fascino di una prova leggendaria come a “Cursa” rispetto alle altre prove del CIR ha sempre pagato dazio per le evidenti difficoltà logistiche, ma mai come quest’anno i numeri del CRZ hanno soppiantato quelli della gara maggiore.
In un’isola dove il movimento rallystico ha un radicamento fortissimo non ha mai stupito il fatto che tra l’elenco iscritti della gara internazionale e quella nazionale negli ultimi anni ci sia stato un sostanziale equilibrio. Quest’anno però i numeri del CRZ hanno superato di slancio quelli del CIR, fattore che solleva più di un punto interrogativo soprattutto in una stagione dove la differenza chilometrica tra una gara e l’altra è abbastanza ridotta. Tirando due somme tra costi gara e noleggio la differenza tra i due format a grandi linee può comportare un abbattimento del budget di circa un terzo. Rapporto che nelle classi medie e basse corrisponde a poche migliaia di euri, una situazione molto interessante da analizzare e sviscerare. È oramai chiaro che la voglia di correre è tanta e nonostante il momento complicato la base dei partecipanti è riuscita a restare a galla, ma l’attenzione ai costi la fa da padrona e soprattutto è sempre più evidente lo scollamento tra le gare più titolate e la base dei partecipanti. A differenza della Francia o di altre nazioni dove essere presenti all’appuntamento più importante della regione è quasi un imperativo, oggi in Italia questo concetto è andato definitivamente perso. È quindi abbastanza evidente che negli anni a venire per mantenere vivo il CIR bisognerà trovare altri motivi di interesse, oltre ai titoli tricolori in palio, ed anche a tutti i monomarca del caso, che però difronte alle difficoltà logistiche della Targa perdono una fetta non da poco dei loro protagonisti. In questo momento i rally di casa Italia sono tra quelli che se la stanno passando meglio nonostante l’accavallarsi della crisi sanitaria, ed economica, ma continuare a leggere tra le pieghe delle gare eventuali segnali è fondamentale per mantenere la massima serie sulla cresta dell’onda.