In questo momento molti paesi faticano a ripartire con i campionati nazionali, ma c’è chi si sta preoccupando dei nuovi calendari WRC perché le gare nuove come la Croazia hanno superato l’esame, ed addirittura qualcuno si detto preoccupato di un mondiale con più candidature che posti disponibili soprattutto in Europa, ma in realtà di candidature solide ..
L’allarme lanciato dalla Germania alla Gran Bretagna per un calendario WRC dove le candidature superano i posti disponibile fa realmente sorridere. Lo stesso dicasi per l’esame che le nuove gare iridate come Estonia e Croazia che hanno superato il loro primo esame alla grandissima, che hanno suscitato una certa invidia internazionale di chi invece è rimasto al palo. In realtà l’onda lunga della pandemia non è ancora stata superata e l’attuale calendario propone ancora qualche appuntamento a rischio. Ma soprattutto nelle prossime due stagioni i disastri lasciati dalla pandemia renderanno molto complicato riuscire ad avere candidature credibili extraeuropee. Cina, India, USA, Russia ad oggi non hanno candidature solide, sono state buttate nella discussione strappandole dal libro dei sogni. In Europa qualche pretendente in più c’è, ma ad oggi in moltissimi casi non ci sono alle spalle i budget per tenere in piedi le stesse candidature. Soprattutto per quanto riguarda Germania e UK le federazioni sono cariche di vorrei ma non posso, mancano i soldi per sostenere delle gare dove la biglietteria gioca un ruolo importantissimo. Ma nessuna località al momento ha messo sul banco il portafogli per avere la sede della gara, in Germania come era nata è sfumata l’ipotesi Monaco di Baviera e si è ritornato a pestare su quei pochi soldini del Saarland uniti al Nurburgring, un progetto per il momento senza fondamento. Ma non se la passano meglio oltremanica, il Galles ha chiuso i rubinetti, la Scozia più che una realtà resta suggestione, per il momento di concreto c’è solo l’Irlanda del Nord, ma al momento nessuno ha messo sul piatto il budget necessario vuoi per le incertezze del momento, vuoi perché un’organizzazione privata di eventi la scommessa pubblico in Irlanda spaventa e non poco. C’è anche chi non protesta e non cerca di trovare i difetti altrui, ma al palo c’era già come la Francia e sembra destinato a restarci, unico problema i budget con un investimento che spaventa la maggior parte delle territorialità. Qualche anno fa sotto attacco ci era finita anche la Sardegna, ma oggi le candidature con basi solide non sono poi così tante, ed in tutta onestà come in passato sono rimasti fuori dei giochi Acropoli e Portogallo vedere al palo UK o Germania non sembra quel sacrilegio a cui qualche anglosassone vorrebbe farci credere.