Le parole rilasciate la scorsa settimana da Matton, fanno davvero sorridere ed indicano un completo scostamento dalla realtà, imbastire una operazione per salvare le plus nel WRC 2022 quando in cinque anni i gentleman che hanno corso con queste vetture si contano sulle dita di una mano, pensare di riuscirci oggi è follia pura.
Di proposte balzane nella serie iridata se ne sono viste molte, in particolare quando ci si appresta ad affrontare dei cambi di regolamenti tecnici, che propongono un salto generazionale, ed è il caso del 2022 quando entreranno in scena le Rally1 Hybrid. D’altronde sono abbastanza chiare le pressioni più o meno velate dei costruttori, che ambirebbero ancora a vendere oppure a mantenere a reddito le vetture appena dismesse. Ma se nel 2017 il WRC Trophy dedicato alle WRC 1.6 è stato un buco nell’acqua che ha visto confrontarsi Serderidis, Gorban e Raoux, ed oggi nessuno si avventurerebbe in un nuovo challenge destinato ad andare deserto è ancora più evidente di allora la difficoltà a trovare un segmento di mercato dove posizionare le plus. Allora però molte delle protagoniste del mondiale hanno lasciato le strade iridate per trasferirsi nelle serie nazionali dedicate, oggi la situazione è one way con auto economicamente troppo costose in primis e così potenti da incutere timore, in grado di azzerare qualsiasi concorrenza ma terribilmente difficili al volante (soprattutto per gentleman e piloti che non ci hanno corso su per qualche tempo). Così costose che in un lustro di mondiale hanno visto molto raramente le squadre ufficiali schierare delle quarte vetture, se non in queste ultime stagioni con Loubet e Katsuta. Lista a cui potremmo aggiungere anche Greensmith. Tutto il resto (fatta eccezione per la mezza stagione di Ostberg e le gare a spot di Bertelli) sono delle rarissime comparsate di gentleman, che però nella maggioranza dei casi hanno preferito togliersi lo sfizio di corre su una plus in gare nazionali con deroga. Troppo impietoso il confronto nel WRC a fronte di costi stellari. Premesse che non possono certo fare presagire qualcosa di buono, tanto meno di concreto, ancora di più a fronte di un eventuale depotenziamento a mezzo flangia, che andrebbe a ridurre i cavalli ma non certo i costi. Tra chi spinge maggiormente c’è M-Sport, che non si è dimenticata dei tempi d’oro del team B Stobart, ma pensare di riproporre quell’operazione in un mercato impoverito con una vettura che costa il doppio è fuori di qualsiasi logica.