Il CIRT in versione Sardegna light si propone ancora una volta come una gara destinata a lasciare il segno, il chilometraggio complessivo è quello di sempre ma un Andreucci in formato XXL regala spettacolo incenerendo le ambizioni degli avversari, umiliati nei distacchi.
Nella prima boucle Andreucci non dà scampo ai suoi avversari, con un uno due bello pesante manda alle corde Umberto Scandola, mentre per il resto della banda è un K.O. tecnico visto che Campedelli terzo gli paga già un bel mezzo minuto. Tante sono le pietre che inducono ad un passo più attento, ma le forature abbondano e ne fanno le spese Bresolin, Costenaro e molti altri. Una classifica che si potrebbe definire scolpita nella roccia anche se avere Scandola a 12”.5 è comunque fonte di preoccupazione. Ma mentre il Veronese affronta i ventidue chilometri di Sa Conchedda, pago di una seconda piazza che in ottica campionato vale oro, soprattutto in una gara così dura, Andreucci però non molla niente e tira fuori dal cilindro un tempo ad appena una decina di secondi dai top driver del WRC2 e spranga la porta ad ogni velleità dei suoi avversari, lasciando il primo (Bruno Bulacia) ad una ventina di secondi. Un colpo che gli permette di chiudere la partita con largo anticipo, mettendo 44” tra se e Scandola, mentre Campedelli veleggia attorno al minuto di ritardo. Una gara senza storia con il Garfagnino che ha messo in chiaro che da ufficiale, oppure da privato quando nonostante gli anni è sempre in grado di dare la zampata del leone. Una prova di forza, ma anche no, visto che Paolino ancora prima del campionato ha da pensare allo sviluppo delle gomme MRF, che sulla terra di Sardegna hanno dimostrato un grado di competitività assoluto, soprattutto se misurate ai concorrenti del WRC2 e WRC3.