OGIER FIRMA UN CAPOLAVORO

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Qualcuno liquida tutto con la fortuna, ed in una carriera lunga come quella del lupo di Gap anche questa è una componente del successo, ma la forza vera di Ogier è sempre stata la sua freddezza nel sapere leggere ogni aspetto di una gara: gomme, set-up, condizioni del fondo, ed avversari ed in base a queste variabili adeguare il suo passo. Ma in Sardegna è stato ..

In quest’ultima tappa non doveva fare altro che il suo compitino, ed andare a firmare un successo che solo giovedì sera nessuno immaginava possibile. Ma dalla scelta delle gomme di quest’ultima frazione, a metà tra chi puntava allo scratch da cinque punti (ed aveva risparmiato le gomme soft non avendo disputato tutte le speciali) e chi invece era in corsa per l’assoluta (ed ha disputato tutte le speciali), dimostra che in tre giorni di gara pur andando a tutta non ha mai perso di vista la strategia delle gomme. Preservando per l’ultima giornata la scelta che poteva consentirgli di battersi al meglio se fosse stato necessario. Il suo capolavoro però l’ha costruito con una prima tappa dove sapeva di essere il più penalizzato, ma aveva fiutato che con le strade che non si sarebbero pulite dopo le prime due o tre vetture a trovarsi in difficoltà per carenza di grip sarebbero stati anche quelli dietro e così ha attaccato per tutta la giornata come se non ci fosse un domani. Probabilmente a vincere non ci ha mai pensato, il suo obbiettivo era dare tutto e di più in maniera da potere avere una buona posizione di partenza il sabato. Un ritmo indiavolato con linee tutte sue adatte a quel fondo particolarmente scivoloso, mantenendo la vettura su una linea ideale ma tendente al controsterzo, in maniera da potere correggere eventuali errori. Un capolavoro che gli ha permesso di agganciare la terza piazza con un buon vantaggio su un Evans più conservativo e un Neuville che venti trenta secondi li ha lasciati su due forature. Una classifica che gli ha spalancato le porte della piazza d’onore, perché Sordo non sarebbe riuscito a tenerlo a distanza nemmeno senza quelle sbavature che hanno accelerato il sorpasso. Tanak invece era imprendibile e nemmeno ha mai forzato per tentare l’impossibile, ma ha registrato il suo passo sull’avversario (che dopo la prima boucle stava amministrando) pronto a sfruttare una foratura oppure una sbavatura che su un fondo come quello Sardo sono all’ordine del giorno. Ma parlare della sfortuna altrui lo si può fare analizzando la gara di Evans decisamente conservativa, mentre Ogier è andato a caccia dell’impossibile, sempre mixando velocità, grinta e tattica come raramente si è visto fare oggi e in passato e mai vittoria è stata meritata, non di più o non di meno di quanto l’avrebbe meritata Tanak.    

 

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