Il Safari nonostante una mini-tappa finale di cinquanta chilometri, ed una classifica scolpita nella roccia propone un altro ribaltone che manda al tappeto Neuville servendo su un piatto di argento il successo a Ogier, che salta senza troppi problemi Katsuta, terzo un Tanak che mastica amaro perché è scivolato su due gocce d’acqua dopo una gara perfetta.
Il campione del mondo in carica continua a volare, dopo tre gare sulla terra dove ha sempre spazzato la strada si porta a casa una terza posizione e due successi consecutivi. Quello ottenuto sulle piste africane di un Safari rivisto in ottica 2021, ha un sapore particolare soprattutto per un pilota come Ogier che ha vinto quasi tutto, ed aggiunge alla sua lunga lista di trionfi anche la gara di Naivasha. Una gara che sicuramente non ha nulla a che spartire con il Safari che è entrato nella leggenda, ma non per questo meno affasciante, immersa nella regione dei laghi che da Nairobi accompagnano a Nakuru dove la savana si alterna a tratti di boscaglia e foresta, il fondo si è rivelato molto duro, ma con buche, sconnesso e tratti rocciosi con tante pietre, oltre al caratteristico fesh fesh. Caratteristiche che hanno reso il percorso molto duro e selettivo, più di quanto ci si potesse aspettare. Una vera prova di resistenza che ha messo a durissima prova la meccanica delle vetture il venerdì, ha ribaltato le sorti di una gara il sabato con un semplice temporale, quando nessuno sembrava più avere intenzione di attaccare. Mentre la domenica ha presentato il conto a Neuville, che a differenza degli altri protagonisti il venerdì aveva chiesto qualcosa di più alla sua Hyundai i20 plus riuscendo a prendere il largo. La gara se la prende senza colpo ferire il solito Ogier, la sua fortuna è la rottura di un ammortizzatore nel primo giro di speciali, il conto è di due minuti, ma Seb comprende il campanello di allarme ed a quel punto rallenta e adegua il suo passo al terreno. Forse osa qualcosina in più il sabato ma la domenica, appena ricompaiono i sassoni rallenta nuovamente, andando a prendere Katsuta senza mai forzare, un sorpasso naturale perché non si può rischiare nulla con un compagno di squadra. Neanche se in ballo c’è il primato della gara, dopo che la sospensione posteriore destra della Hyundai di Neuville lo ha piantato in asso. Terzo ritiro consecutivo per una vettura di Alzenau, dopo Portogallo e Sardegna con Tanak, per il cedimento del treno posteriore destro. Secondo un immenso Katsuta, il suo passo non è quello dei magnifici quattro ma si è rivelato il più adattato a questa gara e Taka ha avuto la freddezza di non andare a cercare quel qualcosa di più che gli sarebbe potuto costare la gara. Su Tanak c’è poco da dire, il temporale ed il vetro appannato gli sono costati la gara, un peccato enorme perché a differenza di Ogier lui non ha avuto campanelli di allarme, ma tatticamente ha capito quale era il passo da tenere per vincere.