SAN MARINO AL VELENO..

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Nel primo round del CIR sulla terra, a sollevare polvere non è stato solamente il fondo delle strade bianche, ma un finale turbolento ha visto la top ten stravolta nelle ultime tre speciali tra incidenti, ritardi ecc.. . Abbastanza da fare dimenticare gli strascichi delle verifiche tecniche dell’anno passato con dei nuovi veleni.

Il San Marino non smette mai di fare crescere zizzania e mentre nel secondo passaggio sulla Sestino è successo un mezzo terremoto, con ritardi ai C.O. uscite di strada, forature e tempi imposti, una serie di eventi che in attesa delle decisioni da prendere ha lasciato tutti nel limbo per una bella oretta. Tante erano le cose da esaminare e da chiarire, ma a tutto questo pandemonio si è anche aggiunto un dossier gomme, per degli pneumatici intagliati contravvenendo al regolamento che vieta qualsiasi scolpitura vada a modificare il disegno del battistrada. Una vicenda fatta di veleni sotterranei tra le varie parti in causa e così una volta fuori dal riordino l’elenco dei ritirati è continuato ad ingrossarsi, andando a rimpolpare la voce cedimenti, che in appena settantotto chilometri di speciali sulle strade bianche marchigiane ha fatto più vittime delle piste africane al Safari WRC. Un errore che lascia quanto meno perplessi, ed anche se è rimasto insabbiato sparendo dalla classifica con i ritiri, oggi dietro le quinte sta facendo parecchio rumore in una sorta di resa dei conti. Perché chi ha messo in carniere uno zero bello tondo vuole andare a fondo alla faccenda, ed a quanto pare è in atto uno scambio di accuse tra le squadre e chi ha fornito le gomme. L’atmosfera ai parchi era elettrica, con telefonini che scattavano foto a gomme e relativi codici a barre, una tensione palpabile che chi ha sollevato ha lasciato sgonfiare lasciando l’onorevole scappatoia di un harakiri. Nell’articolo mancano alcuni dettagli come i nomi e cognomi, ma visto che questi sono quelli che figurano sulle classifiche e non sono i responsabili di tali scelte non meritano certo le forche caudine. Parlarne però è un dovere perché che si tratti di un errore o meno, con il polverone che si è alzato tra service e riordino, fare finta di niente e mettere la testa sotto la sabbia è impossibile.     

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