Se nel consiglio di giugno 2020 la FIA varò un calendario WRC 2021 farsa, per gettare fumo negli occhi difronte ad una situazione di completo stallo, questa volta non mancano le sorprese con bracci di ferro sotterranei che lasciano al palo gare che teoricamente dovrebbero già avere accordi con il promotore.
Tredici saranno gli slot a disposizione nel WRC 2022, quindi almeno teoricamente si ritorna indietro a prima della pandemia, ma rispetto alle indiscrezioni che giravano e ad alcune considerazioni logiche su come si evolverà la pandemia le sorprese sono state più di una, ed evidentemente legate ad accordi commerciali. Confermate con tanto di data troviamo Montecarlo, 20 – 23 gennaio e la Svezia, 24 – 27 febbraio. Una data limite per un rally on-ice dalle parti di Umea, che è qualche centinaio di chilometri più a sud di Rovaniemi, che a fine febbraio ha comunque messo in evidenza la possibilità di temperature con importanti sbalzi. Tra le conferme senza l’attribuzione di una data ci sono: Portogallo, Italia, Kenya, Giappone, Estonia, Spagna, Grecia; è quindi abbastanza evidente che Giappone e Grecia hanno già in mano dei contratti firmati belli pesanti, perché a questo punto è evidente che per loro non ci sarà nessun esame. Ma soprattutto per il Japan c’è il prospetto di una gara che vede l’edizione 2021 sempre più traballante (ad essere generosi). La sorpresa più grande è la mancanza della Finlandia e della Croazia che a fine gara aveva già sbandierato un contratto triennale, ma che evidentemente non ha ancora ricevuto adeguata copertura economica. La Finlandia lo scorso anno in mancanza di pubblico ha passato la mano e quest’anno per non correre rischi ha richiesto una nuova data, ma nel frattempo ha mandato in scena un Arctic versione WRC, che ha fatto comodo agli equilibri della serie ma evidentemente non ha posato sul tavolo il suo obolo completo. Per entrambe le gare è evidente che la mancata presenza in questo primo elenco è una sorta di forzatura sul tavolo delle trattative, che però potrebbe andare ad irrigidire le rispettive posizioni, in particolare per quanto riguarda la gara di Jyvaskyla. In picchiata le azioni del sud America per cui si parla di 2023, mentre si resta appesi ad un Irlanda che sul tavolo verde ci sa giocare, ed anche se l’impressione è quella di un grande bluff che però qualcuno vuole andare a vedere. Extra Europa restano solo Nuova Zelanda e Australia, per il momento gioca un ruolo anche la pandemia, ma il gioco sembra quello di sempre, mettere in concorrenza le due ASN in una sorta di gara al rialzo, dove la geografia è un paravento a cui non crede più nessuno.