M-Sport ad inizio 2020 si era detta contraria all’Ibrido, dopo una dura riunione al service park di Torsby dell’anno passato anche Wilson ingoiò il boccone amaro, ma durante l’estate ha ribadito la centralità di riaprire serie nazionali e internazionali alle nuove Rally1, ma a sei mesi dal debutto delle Rally1 il punto interrogativo più grande resta quello legato ai costi.
Da quando Malcom parlava di riaprire le serie nazionali ed internazionali alle nuove Rally1 sono passati 12 mesi; la parola fine a questa richiesta la FIA l’ha messa in maniera indiretta pubblicando la nuova piramide sportiva WRC ed ERC, dove è chiaro quali sono le idee federali a proposito dei campi di gara aperti alle Rally1 (WRC e basta). Un’indicazione limpida anche per le ASN, queste in autonomia potrebbero anche decidere di aprire le loro serie ai nuovi bolidi del mondiale, ma di ipotesi remota trattatisi visto che nella maggioranza dei casi le massime serie nazionali avevano già chiuso alle WRC ben prima del 2015. Per cui l’unica porta aperta resta quelle di serie minori (come il CI WRC), oppure di deroghe per partecipazioni a spot. Quello che a qualcuno sembra sfuggire è che a comandare il mercato dei noleggi e del mercato delle top car dei rally non sono le regole, ma l’economia. Ed anche se dalla commissione FIA dedicata al WRC si continua a mettere un accento sul contenimento dei costi, con un regolamento in divenire dove troppe cose non sono ancora state messe nero su bianco, parlare di contenimento dei costi ha un che di paradossale. Qualche area di risparmio sulle rally1 c’è, ma la componente ibrida rappresenta un costo che potrebbe fagocitare qualsiasi economia. Di sicuro il fatto che le motorizzazioni attuali non cambieranno, se da una parte limita le spese di sviluppo, dall’altra propone un propulsore dai costi gestionali altissimi e se i motori subiranno un ulteriore limitazione dei numeri a disposizione in una stagione, il costo sarà ancora più pesante. Si potrebbe dire che il risparmio c’è ma non si vede, contingentare vetture motori e cambi si registra un risparmio percentuale sensibile sul costo stagionale di una vettura. Ma lievitano i prezzi della vettura e quelli gestionali, ricetta che ha mandato fuori mercato i prezzi delle auto e del noleggio delle WRC+. Con l’ibrido i rally non moriranno di certo per la mancanza del rombo motore, visto che il quattro cilindri termico sarà sempre quello delle plus, ma visto che oggi non è chiaro in che maniera si potrà utilizzare la spinta elettrica addizionale in prova, parlare di economia è utopia applicata. Nella più rosea delle ipotesi c’è da sperare i costi restino quelli attuali, quindi per almeno due anni le strutture come M-Sport e quei costruttori come Hyundai che hanno un reparto clienti molto forte di sicuro non potranno entrare sul mercato con le ibride.