Il 1000 miglia propone novanta chilometri a tutta con Albertini e Crugnola che si sono presentati al via dei venti chilometri finali, sulle Pertiche, separati da soli 2”.1, Albertini però non si lascia impressionare dai due tempi scratch di Crugnola e con un colpo di reni finale si prende scratch e la gara.
Con una volata finale da vero campione Stefano Albertini riesce a stoppare la furiosa rimonta di Andrea Crugnola proprio sulle Pertiche e può così festeggiare il suo primo successo targato CIR, nella gara di casa, sulla speciale di casa. Una vittoria costruita nel primo giro del mattino, con una partenza a fionda per cercare di sfruttare al massimo la sua conoscenza del percorso Albertini è riuscito a fare la differenza più importante proprio sulla speciale di casa (Pertiche). Ovviamente la conoscenza della strada ha pesato, ma su quei cinque secondi mollati a tutti parte del merito sta nella gestione gomme, che gli ha permesso di avere quel pizzico di grip in più nella discesa che spara le vetture al traguardo. Nella replica pomeridiana Crugnola è andato a ritoccare il suo set-up e con due scratch arrembanti è riuscito ad accorciare le distanze, ma sulle Pertiche Albertini ha ribadito di avere qualcosa in più, ed ha chiuso la sua gara con uno scratch d’autore. Anche la lotta per il terzo gradino del podio si conclude sui venti chilometri delle pertiche, con il Giando che salta di slancio Fabio Andolfi, dopo che nella bouclé mattutina il motore della sua Fabia Evo ha continuato a perdere colpi e secondi. All’uscita dal service di metà giornata occupava la sesta piazza assoluta con il Pede e De Tommaso nel mirino, ma con Andolfi, l’avversario diretto nella corsa al titolo davanti di una dozzina di secondi, un distacco tutto sommato importante per il pilota di Savona, ma che non gli è bastato per tenersi dietro Basso che lo salta sulla linea del traguardo di Pertiche. Il Savonese continua a lamentare la mancanza di esperienza sulle strade del tricolore, visto che sin da giovane ha bazzicato i palcoscenici internazionali, ma come nelle altre gare del CIR l’impressione è che il gap che lo separa dai suoi avversari sia tutto nella differenza prestazionale tra il suo modello di Fabia e la più performante Evo, sulla quale corrono Basso e Albertini.