Uno dei grandi punti interrogativi di questa stagione sono state le gomme, passando da Michelin e Pirelli sono cambiate le mescole, ma anche la struttura della gomma (che sulla terra può determinare le forature a seconda della guida) e questo ha aggiunto un pizzico di pepe in più nella gestione tattica delle gara a cominciare dall’utilizzo delle ruote di scorta.
Nell’era Michelin imbarcare due gomme di scorta anche in quei rally sterrati su fondi duri e sassosi come la Turchia, oppure la Sardegna, era considerato alla stregua di bestemmiare, una scelta che a qualcuno era costata il ritiro in una tappa per doppia foratura. Allora il focus era incentrato esclusivamente sulla performance, quella dove i test avevano dato un peso cronometrico ai venticinque chili della seconda ruota di scorta. Ai quali si andava sommare uno spostamento verso l’alto del baricentro, che numericamente poteva apparire insignificante ma cambiava gli equilibri delle vetture, aumentando la deriva del posteriore, elemento che obbligava le guide più nervose a cercare linee differenti. Inoltre, l’esperienza decennale ininterrotta su questo tipo di vetture del gommista francese aveva portato allo sviluppo di mescole specifiche le cui caratteristiche unite alla conoscenza del prodotto da parte delle squadre raramente creavano dubbi nelle scelte. Le coperture made in Italy invece hanno evidenziato particolarità differenti come una mescola hard durissima, molto lontana dalla soft e con i test pre-gara contingentati in molte occasioni i punti interrogativi erano davvero tanti e così le sei gomme sono diventate una sorta di ancora di salvezza. Le due gomme imbarcate oltre al ruolo di scorte quasi sempre sono state una seconda scelta a disposizione dei concorrenti, da giocarsi nelle singole speciali della sezione su eventuali variazioni del fondo. Un esercizio dove sino ad oggi Ogier e la Toyota sono riusciti a fare la differenza, all’Acropoli la scommessa però è andata oltre la mescola (hard oppure soft), il tema è stato: una scorta oppure due. Quello che nella prima bouclé del venerdì poteva sembrare un azzardo della squadra di Latvala, nella seconda tappa si è rivelata una scelta più gettonata da tutto il plotone, indipendentemente dalla squadra. Lasciandosi alle spalle qualche problemino che ha penalizzato in certe situazioni le nuove coperture, avere dei prodotti estremi come le hard ha aggiunto incertezze alle gare, situazioni che negli anni passati si proponevano molto raramente. Ed almeno per un altro anno le cose potrebbero non cambiare troppo perché l’esperienza 2021 sulle plus ha spinto su peculiarità delle vetture differenti da quelle che saranno le rally1, dal peso all’effetto di un’aerodinamica meno esasperata.