In questi giorni a Roma si continua a lavorare sul CIR 2022, un campionato a tutto asfalto che tornerà a proporre dei chilometraggi più importanti, ed è alla ricerca di un equilibrio tra i chilometri da andare a sommare alle singole gare, ed il numero delle presenze in calendario.
La fase più difficile della pandemia sembra oramai alle spalle, ed anche se la normalità a cui eravamo abituati non è dietro l’angolo, dalla commissione rally i segnali sono quelli di un tricolore che nel 2022 tornerà a dare maggiore respiro ai propri percorsi. Come anticipato la nuova line up dei campionati tricolori seguirà la ricetta francese con un CIR tutto su asfalto, ed un CIRT che fungerà da spalla alla massima serie sui fondi sterrati. Oggi a tenere banco, contrariamente a quanto si tende a pensare, non è la spartizione degli slot che verranno lasciati vacanti da San Marino e Liburna, ma riuscire a dare continuità agli ottimi numeri che in questi due anni il CIR ha raccolto. L’obbiettivo principe è cercare di non andare ad aggiungere ulteriori carchi ai budget di squadre e piloti, un’equazione che per stare in piedi inevitabilmente passa per il numero delle gare a calendario nella massima serie. Per cui è probabile un 2022 con sette oppure sei gare a calendario, in maniera da poter garantire un’estensione del chilometraggio massimo, di venti o trenta chilometri. Una chiave di lettura che oltre a mantenere inalterati i budget legati alle top car, andrebbe a creare qualche economia in più per le classi minori dove la forchetta tra i costi chilometrici e quelli di trasferta è più ridotta. Una doccia fredda per le pretendenti ad una promozione, Elba, Salento e Alba che vedono ridursi drasticamente gli slot disponibili in calendario, a meno che qualche gara tra quelle CIR decida di passare la mano. Un lungo lavoro di tessitura da parte di tutti i membri della commissione rally che conta al suo interno una larga rappresentanza di piloti attivi.