Si possono analizzare molti aspetti delle gare di Breen e Rovanpera, e sicuramente la capacità di limitarsi a tenere il passo nelle prime due giornate di gara, quando non sentivano le loro vetture alla fine gli ha permesso di occupare due posizioni pesanti terzo Breen e quarto Kalle che in un’ottica campionato sono le migliori visto che i due la davanti fanno solo il part-time.
La gara di Breen sotto certi aspetti è molto facile da interpretare, la si potrebbe definire una gara di attesa, nelle prime due giornate di gara ha perso una minutata, metà nelle prove by night e l’altra metà principalmente sulla Entrevaux la speciale più complicata del venerdì. In una gara dove l’esperienza è tutto lui è solamente alla sua quinta partecipazione, e negli ultimi tre anni è rimasto al palo, assenze che pesano molto sul feeling con queste speciali. Con il passare dei chilometri è cresciuto e nella seconda tappa ha battuto dei tempi all’interno della top five perdendo secondi in maniera consistente quasi esclusivamente nella replica della Sisteron, quando oramai si ritrovava in mano un’ottima terza piazza con un buon margine di vantaggio su chi lo seguiva. Una gara molto intelligente, dove però ha anche inciso la sua brutta uscita di strada nei test di gennaio, un campanello di allarme che con questo genere di vetture la precisione non è quella delle plus. Al limite dell’incredibile la tappa by night di Rovanpera, un minuto in poco meno di quaranta chilometri, il ragazzino ha guidato con intelligenza, preferendo tirare i remi in barca perché non aveva feeling con la vettura, ma non solo le ha prese da tutte le rally1, ma è stato messo alla gogna anche dalle rally2. Al parco ha cominciato a stravolgere il suo set-up e le cose il venerdì sono migliorate, ma nella prima boucle, comunque, il suo ritardo è raddoppiato passando a due minuti, ed anche se nelle repliche pomeridiane i distacchi si sono accorciati in tutta la giornata non è riuscito a battere un solo tempo nella top five. Insindacabilmente giusta la scelta di non forzare quando non si sentiva la vettura, ed alla fine tra modifiche al set-up il feeling è arrivato, ed il sabato ha vinto due speciali battendo solo tempi nella top tre. Con un baricentro più alto, ed una vettura meno precisa che qualcuno paghi maggiore dazio ad adattarsi ci sta, ma nel caso del ragazzino finlandese è troppo facile liquidare la pratica con la ritrovata fiducia e qualche modifica al set-up. Kalle i test sulla vettura li ha fatti come tutti gli altri, ed è abbastanza palese che gli è stata concessa la libertà di muoversi in una direzione opposta a quella dei suoi compagni. Ma presentarsi con una vettura completamente sballata, la quarta posizione finale è un’autentica manna dal cielo, considerato che nell’apericena di giovedì era dietro alla C3 di Camilli. Il ragazzo è fortissimo e potrebbe già giocarsi il titolo piloti, ma forse sarebbe il caso che la squadra prendesse in mano la situazione con più decisione, perché non si possono liquidare le prime due giornate con un set-up sbagliato o la mancanza di fiducia. Quei due giorni sono stati un buco nero che deve avere delle ragioni più profonde e credibili.