Sulla guida del rally di Antibes disputatosi nel fine settimana appena trascorso è comparsa nella sezione sicurezza una strisciata sulle zone spettatori (verdi) e vietate (rosse), dove si ventilava per il mancato rispetto della zona vietata un ammenda di € 135,00, una deriva ben più pericolosa delle zone pubblico a pagamento che tanto fanno indignare qualcuno.
Per il momento da quanto si è potuto raccogliere qua e là, tramite amici ed addetti ai lavori presenti sulle speciali dell’Antibes, la striscia ammonitiva dei centotrentacinque euro di ammenda a chi avesse violato le zone rosse, vietate al pubblico, è rimasta sulla carta. Una sorta di monito, o se vogliamo di intimidazione, utilizzata per andare a rafforzare il concetto di zona vietata; più che una reale intenzione di punire i trasgressori. Un inversione di tendenza rispetto al concetto precedente che puntava quasi esclusivamente a mettere l’accento sulle zone verdi dedicate, siano queste libere oppure a pagamento (questo vale principalmente per il centro nord Europa). Ma indipendentemente non sia stato dato realmente seguito a questa eventualità, vuoi anche per le difficoltà a dare una sviluppo pratico all’art. 331-45 du code du sport francese. E’ però un fatto che per la prima volta si ribadisce in maniera chiara la possibilità di perseguire chi non rispetta le zone vietate, un aspetto preoccupante per alcune conseguenze a cascata che potrebbero seguire. A cominciare dai piani sicurezza di un percorso dove nella valutazione delle zone vietate potrebbe essere richiesto l’inserimento di personale supplementare, espressamente addetto. Nessuna novità, ma stiamo parlando di norme sulle quali in Italia e in buona parte d’Europa chi deve vigilare è sempre stato tollerante chiudendo spesso un occhio e a volte tutti e due. Un pizzico di benevolenza, agevolata però dal forte impatto territoriale dei rally. Ritorna così a galla un tema simile che ha tenuto banco per due anni: i rally vietati al pubblico, un argomento capace di fare salire sugli scudi una marea di appassionati, molti pronti a dare un interpretazione tutta loro della legge, dove trionfava il principio del si è sempre fatto così. Quando si parla di rally a pagamento, una fetta di appassionanti comincia ad ergere barricate, ma se comincia a passare il principio contrario, ovvero multe per le zone vietate, gli effetti per il pubblico potrebbero essere ben più dannosi. Perché la maniera più efficace per non pesare troppo su quelle spese che si moltiplicherebbero, passerà inevitabilmente dal ridurre drasticamente le zone dedicate al pubblico. Una via che non va certamente nel senso di riuscire a riportare spettatori a bordo strada.