Il pilota Irlandese dopo un avvio di stagione complicato in Sardegna conquista il suo secondo podio stagionale, il primo di Ford M-Sport dopo la doppia presenza su quello del Montecarlo. Un risultato assolutamente non scontato per un pilota a cui è stata data la pressione della prima guida, con a spot il confronto con Loeb, ed alle spalle troppe stagioni part-time.
Questa volta Craig ha potuto sfruttare al meglio una posizione di partenza ideale a metà gruppo, su delle strade pulite il giusto per pagare pochissimo a chi partiva dietro e allo stesso tempo non dovere fare i conti sin da subito con le pietre e i rischi di forature che si moltiplicano con il passare delle vetture. Nella fase di partenza è riuscito a prendere un bel passo che gli ha permesso di restare in scia alle due lepri, in lotta serratissima per il terzo gradino del podio. A differenza del Portogallo la Puma è sembrata decisamente migliorata nella cura dei piccoli dettagli, vedi la polvere in abitacolo con la quale Craig aveva dovuto fare i conti nella prima tappa della gara Lusitana. Ma anche a livello mentale ha cominciato a fare il callo al coro di una importante fetta di pubblica opinione, per la quale dopo Loeb c’è il vuoto, una cappa pesante che la squadra in più di un’occasione ha trasformato in un facile alibi per coprire eventuali mancanze. Dalla seconda tappa in avanti ha dato un altro click al suo passo, ed è andato a prendersi una terza posizione che nessuno è mai riuscito a mettere realmente in discussione. Ed ha avuto la freddezza, quando aveva ancora nel mirino Tanak, di non andare a cercarlo, o tentare di restargli in scia. Il fatto che M-Sport lo abbia scelto come prima guida, ed ovviamente sia il pilota di punta nella corsa al titolo costruttori. Questo però non lo pone di diritto nel novero dei favoriti, avere disputato le ultime tre stagioni a spot, nove gare in tre anni davvero molto poco. Nel caso specifico del Sardegna, Craig è stato assente nelle ultime tre edizioni, ed ha disputato appena tre edizioni due con la plus e una con la R2. La metà del ruolino di marcia di un giovanissimo come Loubet, o se vogliamo lo stesso di un Rovanpera classe 2000. Con i suoi trentadue anni Breen forse stride con la favola di un WRC sempre più giovane, ma oltre alla consistenza di una seconda guida con licenza di vincere, in Sardegna ha dimostrato di avere testa e piede, abbastanza da meritarsi un posto fisso anche in una squadra come Toyota dove la voce seconda guida non esiste.