Che Bostjan Avbelj andasse fortissimo era evidente sin dalla sua prima al Bassano, ma quest’anno dopo le seconde piazze al Maremma e Taro, dove ha saputo trattenersi pensando al campionato, al Casentino ha vinto alla grandissima mettendo alle corde un Rossetti che sull’asfalto resta un termine di paragone internazionale.
Bostjan sicuramente ha poco a che spartire con i baby campioni di oggi, e parlare di una nuova leva per un ragazzo di trentuno anni che guarda ai trentadue a settembre ha del paradossale; ed è sicuramente molto tardi per sognare il mondiale. La sua esplosività l’avevano notata tutti a quel Bassano IRC 2019 quando era arrivato secondo in scia a De Tommaso, e lo scorso anno vincendo Piancavallo e Bassano aveva dimostrato di potere ambire alla prestigiosa serie internazionale made in Italy. Ma quanto ha fatto al Casentino di quest’anno, andando a firmare il successo dopo avere messo alle corde The Rox, è qualcosa di pesante, perché il termine di paragone questa volta era Luca Rossetti un pilota ultraquarantenne ma che sull’asfalto nelle gare che conosce bene è in grado di mettere in difficoltà anche i migliori piloti del momento Italiani e internazionali. Quello che impressiona dello Sloveno è il rapporto tra i suoi risultati è un bagaglio di esperienza nei rally ridottissimo. La sua prima uscita risale al Velenje 2019, gara che a vinto al volante di una Skoda Fabia R5; da allora alla fine della passata stagione ha disputato appena quattordici gare al volante delle WRC2 di Mlada. Comprese le tre gare disputate quest’anno stiamo parlando veramente di poca cosa, certamente la maturità dei suoi trent’anni gli ha dato una mano, ma vedere un pilota arrivare a mettere alle corde The Rox in un campionato tiratissimo (dove tra gli avversari ci sono anche Ostberg e Nucita) è davvero tanta roba. Qualcosa di ancora più incredibile di quanto abbia fatto Harri Rovanpera che esordì in una gara anonima a ventitré anni e tagliò il traguardo dei ventisette anni, disputando appena quattro gare. Papà Harri si fece notare nelle annate dal 94 al 96 con tre stagioni a spot tra Finlandia e Gran Bretagna al volante di una Galant VR-4 N, un Astra GSI gruppo A e una Lancer Evo III gruppo N. Ad accorgersi di lui fu Timo Jouhki, e sarebbe bello qualcuno si accorgesse di questo pilota che nonostante l’età potrebbe fare saltare il banco in molte gare, almeno sull’asfalto visto che sulla terra non ha mai corso, ma potrebbe stupire tutti anche sulle strade bianche.