Nei giorni precedenti alla gara Kalle alle tante sollecitazioni dei media soprattutto locali ha sempre parlato di un Finlandia, in ottica campionato, dove non deve dimostrare nulla a nessuno, ma sino dallo shake sì è capito che si è trattato di parole di circostanza, principalmente legate alla posizione di partenza, ma il suo obbiettivo è uno solo.
Alla vigilia della gara Rovanpera ha cercato di mantenere un profilo defilato, ammettendo che sarebbe bello vincere la gara di casa davanti ai suoi fan, ma dopo i cinque successi ottenuti quest’anno non ha nulla da dimostrare e la priorità è chiaramente il campionato. In realtà la sua prudenza è dettata dalla posizione di partenza, anche su un terreno abbastanza pesante come quello di stamattina, con qualche goccia di pioggia a fare capolino nelle battute iniziali. Il terreno da quelle parti asciuga rapidamente e sa che il rischio di trovarsi in condizioni simil Sardegna, non è poi così remoto, per cui mettere ha messo le mani avanti. Dichiarazioni di circostanza come in Portogallo quando ha messo alla frusta alla sua Yaris per andare a prendere il compagno di squadra Evans, negando l’evidenza fino al sorpasso, dove tra le parole e il piede c’era un netto scollamento. Dopo i quattro chilometri e mezzo dello shake a parlare anche in questa occasione è stato il piede, tre passaggi a tutta per battere lo scratch e fare capire agli avversari che non regalerà nulla. Ma questo non gli è bastato per mettere dietro un Lappi, in condizione di grazia che ad ogni passaggio migliorava i tempi del suo capitano, così è andato a prendersi lo scratch al quarto giro, mentre Esapekka non si è curato di rispondergli. Qualche decimo più in là della terza Yaris ci troviamo un Ott Tanak che sulla strada partirà in quarta posizione, subito dietro ad un Evans anche lui pronto a vendere cara la pelle, ed a capitalizzare quel vantaggio di partenza che sino ad oggi la pioggia gli ha sempre negato. Tra le prestazioni da sottolineare quella di Oliver Solberg che dopo un primo giro ad andatura turistica ha staccato due bei tempi e se vuole invertire il trend negativo di quest’anno, le velocissime speciali di Jyvaskyla potrebbero essere una sorta di ultima spiaggia. Anche se uno shake lascia il tempo che trova, vedere tutte le Puma oltre la settima piazza lascia presagire la solita vettura con un set up non perfetto. L’unica speranza per Wilson e soci resta Breen, autore di due buoni tempi, ma il fatto che nell’ultimo giro si sia migliorato solo di pochi decimi è allarmante, perché se non avesse alzato il piede significa che oltre un certo limite si fatica più degli altri.