Con il mercato piloti azzerato dai contratti in essere, e dalla totale mancanza di soldi sul piatto là dove i piloti servirebbero, a differenza degli anni passati nel dietro alle quinte di Jyvaskyla a tenere banco è stato soprattutto il calendario WRC 2023, con 14 slot da riempire tante gare sicure, ma come al solito poche nuove candidature serie e parecchie fantoccio.
A complicare le scelte del WRC Promoter sul nuovo calendario è la geografia di questo che dovrebbe vedere ripartire così i quattordici slot del nuovo calendario: otto all’Europa e sei fuori dal vecchio continente. Fuori dall’Europa sembrano veleggiare verso conferma sicura le tre già presenti quest’anno. Con un Safari blindatissimo sino al 2026, un Nuova Zelanda che sino a quando l’Australia non metterà sul piatto un suo rilancio è geograficamente intoccabile, un po’ come il Giappone che in Asia per un paio di anni non sembra avere rivali. Anche se ad oggi il contratto non è nero su bianco il Messico è abbastanza sicuro, mentre Ben Sulayem o meno, il medio oriente si vocifera in maniera sempre più insistente dovrebbe fare ritorno nel WRC, le voci sono per una gara in Arabia nella zona di Jedda. Qualche ambizione l’ha messa sul piatto anche la Giordania, che nelle sue tre edizioni iridate (2008, 2010, 2011) ha lasciato un ricordo indelebile, una delle più belle gare del mondiale, per le difficoltà tecniche proposte incastonate in cornici con degli scenari unici. Di sicuro il paese di Bin Salman è quello che in questi ultimi anni ha fatto investimenti a 360° sul motorsport, ed ha un approccio al mondo dello sport più simile a quello del promotore. Ma se dal Jordan arrivasse qualche segnale concreto, lo slot se lo prenderebbe a mani basse. A questo punto mancherebbe una sola gara, ed anche se Larkin (il capo del promotore), continua a parlare di Tennessee, più che di una reale candidatura ci sembra di essere di fronte ad una trattativa commerciale dove i rally sono secondari, una base di partenza che difficilmente può portare da qualche parte. Sicuramente più reale il braccio di ferro tra Cile e Argentina, il primo in questi anni ha dimostrato una volta su due di bleffare anche se non aveva le coperture, mentre l’Argentina dalla sua ha una grande copertura politica, i più bei percorsi del WRC, ed è una delle gare che secondo il nuovo presidente che non dovrebbe mancare dal calendario WRC. In Europa invece sono date a rischio Portogallo, Estonia mentre sarebbe già fuori dei giochi Ypres, che quest’anno è praticamente rientrata dalla finestra. Da qualche parte non compare tra i sicuri il Catalunya ma il suo contratto dovrebbe concludersi nel 2023, e vista la sua situazione politica è difficile immaginarlo fuori. A tremare sul serio è l’Estonia, il Portogallo è sicuramente tra i più scafati nelle trattative e sa di avere contro solo un Estonia in difficoltà di budget, mentre Germania e UK sono i soliti fantocci da trattativa che potrebbero dissolversi a calendario fatto, come è successo anche quest’anno.