NON C’E’ PACE QUAGGIU’

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Hyundai in Finlandia si concede il bis con Tanak, ma se in Sardegna l’andamento della gara era stato segnato da problemi tecnici ed errori dei piloti, ad Jyvaskyla l’Estone ha vinto una gara lottata sino all’ultimo metro piegando tutti i tre piloti di Toyota, una prova di solidità e velocità sua e della vettura, ma il problema governance resta e si complica ancora di più.

Lo avevamo sottolineato alla partenza della gara quando le i20 si sono presentate allo start di Harju senza la ruota di scorta, che gli equilibri in Hyundai si sono spostati dal ponte di comando agli abitacoli dei due top driver. Pronti via lasciare andare via le due vetture di punta correndo il rischio di una foratura che poteva costare uno stop forzoso e dieci minuti di penalità, non può essere una decisione studiata in cabina di regia. La ricetta può anche funzionare, come è stato in passato in Citroen quando sul ponte di comando ci è stato messo Matton, oppure in Toyota quando un capo dello spessore di Andersson si era dovuto piegare al suo top driver su decisioni che riguardavano la vita della squadra. In situazioni del genere però si risolvono i problemi di una parte della squadra, ma non quelli di tutti, e in una squadra che non si muove in armonia hanno tutti da perdere qualcosa. Ma iniziamo dalla carica di Moncet, oggi con il secondo successo scratch Hyundai ha raccolto lo stesso numero di successi ottenuti ad agosto 2021, quando sul ponte di comando c’era Andrea Adamo. A questo punto il board Coreano non può continuare a tenere al timone un facente funzioni, indipendentemente dalle capacità di Julien, sta minando la sua credibilità in quel ruolo anche se un domani verrà confermato. Ma nel caso contrario, riportare Julien al suo vecchio ruolo potrebbe non essere così facile, perché in, otto dieci mesi, si sono stabilite delle dinamiche di comando che potrebbero andare in attrito con un eventuale nuovo comandante. A meno che a sostituirlo sia una figura esterna di grandissimo spessore, non certo un pilota oppure un navigatore che si affaccia alla prima esperienza (vedi Latvala). La squadra nel complesso ha reagito bene al ritardo accumulato, d’altronde nel team c’è un Lorieaux che gara dopo gara non ha fatto miracoli, ma è riuscito a correggere l’affidabilità, ed a limare la performance quanto basta per dare sempre qualcosa in più. Ci sono però molte questioni da risolvere come il caso Oliver Solberg, e soprattutto capire se continuare con una terza vettura part-time oppure affidarsi ad una sola guida. Una priorità che spetta al ruolo del team manager, peccato Julien oggi continui ad esercitare un ruolo depotenziato. Altro nodo da sciogliere Teemu Suninen, il ragazzo vale di più di una WRC2, ma vederlo correre nella serie cadetta lo stretto necessario come se dovesse fare i conti con i budget, quando si ha una casa ufficiale alle spalle è un occasione persa. Qualche round tra ERC e qualche serie nazionale farebbe bene a Teemu, ma ancora di più al reparto clienti. Da gestire anche i rapporti con i partner perché la squalifica di Suninen è una brutta macchia, buttare via una gara e ogni speranza di campionato su un errore ..

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