La lista dei rally che hanno visto le Puma by M-Sport andare fuori strada è impressionante, oggi si continua a discutere di quello scassa macchine di Fourmaux, di un Breen sotto pressione, mentre Loeb da tutti invocato e osannato ha disputato solo tre gare ed in una è andato anche lui a muro. Icredibilmente però si parla solo di piloti e non di vetture.
Il successo ottenuto a Montecarlo, l’unica gara realmente preparata come dio comanda, probabilmente anche con un surplus di ore di test ha lasciato impresso nella testa dei più l’idea di una vettura vincente. Dall’altro versante non è un mistero che la line up sia leggerina, quasi interamente pensata su giovani con la valigia che non rappresentano una scommessa sul futuro, ma sono considerati fonte di reddito. Lasciando da parte Loeb, un part-time che al momento risponde solo allo sponsor, l’unico pilota pagato, ma con molta parsimonia, è un Breen alla disperata ricerca nel fine della scorsa stagione di un volante a tempo pieno. Oggi sta per finire anche lui sul banco degli imputati per le troppe uscite e gli scarsi risultati. Il talento mostrato in queste stagioni part-time dall’irlandese è indiscutibile, ma pretendere da lui la solidità per stare nelle prime posizioni di un campionato fa sorridere, visto che nelle ultime tre stagioni prima di approdare in M-Sport ha disputato appena nove gare (in un WRC dove se ne sono disputate oltre trenta). Inoltre è stato completamente ignorato nello sviluppo, tra Hyundai e Citroen è quello che sulle plus aveva più esperienza di tutti. Il concetto che è sembrato passare è la vettura va bene ed è vincente, quindi tutti fanno il minimo sindacale per i set-up e basta. La poca esperienza a disposizione della squadra è perciò stata buttata tutta nel cesso, dando priorità a budget ed a una filosofia tecnica su preparazione delle gare e sviluppo che vorrebbero fare passare per vincente. Una situazione che sicuramente ha messo Breen sotto pressione, ma di sicuro il ragazzo non si è diventato un brocco in poche settimane, tanto da uscire di strada ogni volta che prova a spingere; senza nemmeno fare linee o traversi al limite della forza di gravità. Ad oggi su nove gare disputate Craig è andato quattro volte in super rally, Fourmaux cinque, Greensmith due, Loeb una e Loubet una; tredici uscite di strada su trentacinque partenze un po’ tantino per derubricare tutto il fascicolo sotto la voce piloti, senza nemmeno provare a fare un analisi approfondita. In prestazione la vettura non è male (ma nel 2017 non lo era nemmeno la C3 Plus), ma quando ci si avvicina al limite, senza per questo andare oltre, l’incidente diventa quasi una costante. Questo fa pensare che a livello telaistico oppure di settaggi ci possa essere qualche errore da correggere, ma se si continua a battere sul chiodo delle prestazioni che ci sono punto e basta, girando pochissimo e affidandosi solamente ai calcoli della simulazione migliorarsi è quasi impossibile. In più di un uscita o toccata quando i piloti hanno alzato ritmo si è visto il muso della Puma che tende ad allungare le linee in sottosterzo, e che tutti continuino a sbagliare in questa maniera almeno un po’ dovrebbe fare riflettere.